benedetta dalla neve, dalla pioggia e dal freddo
di Natale da copione
(anzi, no: dopo tutto il copione, la sera di Natale sei andata a berti una tisana a casa della tua amica e ti sei pure sentita in colpa, perché non rimboccavi le coperte ai bimbi, contravvenendo chiaramente alle regole)
di compleanno del piccolo ing., e fanno 7 anni, e ormai il racconto della sua nascita è entrato nell'epica familiare
(ma tu, no: sei entrata nella fase in cui ogni compleanno di quello piccolo è una impietosa pugnalata alle spalle, e pensi che ne uscirai solo verso i 15 anni)
di scatole e scatole di giochi che invadono la casa, senza trovare alcuna collocazione
(ma tutto, in questa casa, ti sembra non trovare una collocazione, e aspetti mensole e mobili da neanche tu sai più quanto)
di telefonate minatorie per una serie di scadenze del tutto improbabili tra il 10 e il 15 gennaio, tu metti giù e ti chiedi come farai
(il 7 gennaio dovresti sparire dalla faccia della terra, e non hai ancora trovato una baby-sitter)
ti alzi una mattina, dopo aver curato la piccoletta che alle 4 è arrivata nel lettone con la febbre e la tosse
e ti rimetti a letto, che non stai davvero in piedi.
Chiami l'ing., che è al lavoro e non ti dà retta
(le mogli ammalate non sono contemplate nel pacchetto di acquisto, soprattutto quando i figli sono a casa da scuola)
Arriva la Grande Nonna, in una delle sue giornate creative: questacasafaschifo, quandocambiateildivano, vogliol'acquainbottiglia, dovestalapasta, nonhaiiltèinfré, haimangiatoqualcosachenondovevi, hailacervicale, cosahaimangiato, ibroccolettiinfrigosonocrudi, tiportovialecosedalavare, prendilatachipirina, quellanuovabroccadell'acquaconilfiltroèpericolosa
E tu pensi che 15 km sono il minimo sindacale, avresti dovuto metterne almeno 500, di km, tra te e lei. Però trovi che tutto cià sia estremamente terapeutico, ti fa venire voglia di guarire all'istante.
Pensi a perché cavolo ti sei ammalata il 30 Dicembre, e trovi almeno dieci buone ragioni. Prima tra tutte, l'ardente desiderio di cacciarti sotto il piumone e stare in pace per un pomeriggio almeno, a finire di leggere il tuo libro. Ma chiaramente, anche da malata, questo desiderio non viene esaudito.
E così, con un mal di testa da competizione lasci l'ultimo post del 2009, ripensando a questo anno faticoso e strascicato, se non fosse per questo blog, e per tutte i volti belli e le riflessioni profonde che mi ha permesso di incrociare - e una grande gratitudine nel cuore per tutti coloro che passano da qui.
Buon Anno, davvero (ma davvero davvero).