tag:blogger.com,1999:blog-70920377573725761922024-03-08T06:26:12.487+01:00Milano e Lorenzalorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.comBlogger369125tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-29366423474974210222014-03-25T12:22:00.001+01:002014-03-27T11:04:59.838+01:00La verità, vi prego, sui figli cresciuti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-azNKf6mB-Es/UzFlDuT860I/AAAAAAAAA5A/-6HV-nUfLLA/s1600/f37b666b9d46a8750069eef120dec276.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-azNKf6mB-Es/UzFlDuT860I/AAAAAAAAA5A/-6HV-nUfLLA/s1600/f37b666b9d46a8750069eef120dec276.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
"Papi, è un'ora che cerco quel fumetto di Carl Barks e non lo trovo"<br />
"Prova a guardare nel database"<br />
<br />
Ti girerai pensando che è un dialogo da fantascienza tra una bimba di otto anni e suo padre. E invece no, è sabato mattina e sono proprio loro, padre e figlia, che ti danno la misura di quanto squinternata possa essere la tua esistenza in una casa dove esiste un database di fumetti (ma mancano molte altre cose che a te sembrerebbero più importanti).<br />
<br />
Chiederai a tuo figlio di andarsi a comperare da solo, in cartoleria, i fogli da disegno già squadrati. E lui, imperterrito, starà lì ad aspettarti sulla soglia della cartoleria fino a quando non hai posteggiato la macchina e sei scesa. Ti incazzerai da morire, e tornati in macchina lui ti dirà: "Mamma, lo sai che sono timido" e tu gli urlerai che anche tu sei timida, ma che bisogna imparare a stare al mondo.<br />
<br />
Ti parlerà di mafia per cento volte e la centesima volta gli chiederai: "Ma cos'è la mafia?", pensando che lui si sia costruito tutta una mitologia, e invece ti risponde: "E' un'organizzazione che fa attività come quelle legali, ma in modo illegale", e rimarrai così, di sasso.<br />
<br />
Quella che a tre anni voleva solo vestirsi di rosa ti dirà che lei non si sposa, perché non ha tempo: deve mettere in piedi la sua fattoria. Nel frattempo, ovviamente, nell'armadio non c'è più alcuna traccia di rosa.<br />
<br />
Ti romperanno l'anima perché non concepiscono di stare in casa senza amici un pomeriggio: e sarà tutto un "Mamma, posso invitare....?" fin dalle 8 del mattino... E se tu non risponderai perché ti sei persa la risposta cercando di sgusciare nel traffico mattutino alla rotonda, aspetteranno cinque minuti e poi: "Mamma, posso invitare...?".<br />
<br />
Faranno finta di non sentire quando parli loro, infinite volte. Avranno i loro segreti, ti sfiniranno con la loro rivalità perché non si picchieranno più, ma si insulteranno con la rara maestria degli scaricatori di porto. Ripeterai loro le stesse cose, infinite volte. Penserai che sono dei menefreghisti viziati del cavolo. Colpa tua, ti dirai.<br />
<br />
Inizierai, più spesso di quanto tu creda, a pensare "Sembro mia madre", e il pensiero ti rovinerà l'intera giornata, che tu lo faccia alle otto e venticinque della mattina come alle sette di sera. Ma il colpo di grazia arriverà proprio da loro, quando ti diranno "Sembri la nonna". E te lo diranno, prima o poi.<br />
<br />
Diranno "Odio la pallavolo" a un povero genitore pallavolista che per fortuna in quel momento è seduto, e un mese dopo te li ritroverai a palleggiare per casa, contro il mobile in perfetta traiettoria con l'unico lampadario di vetro di tutta la magione.<br />
<br />
Ma, su tutte, capirai che dieci anni fa ti raccontarono una grande balla, quando ti videro con le occhiaie e la faccia di una madre a tempo pieno e ti dissero di goderteli da piccoli, che con i figli cresciuti, allora sì che avresti avuto tempo per te. Per fare un corso di cucito, andare al cinema o anche solo scrivere un blog.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-22111493325420765282014-02-06T11:18:00.000+01:002014-02-07T10:49:38.327+01:00Il Gender Pay Gap spiegato DA mio figlio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-yMGK9guiI2Q/UvNfr1-ajjI/AAAAAAAAAxk/awcIja3YBwk/s1600/genderpaygap.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-yMGK9guiI2Q/UvNfr1-ajjI/AAAAAAAAAxk/awcIja3YBwk/s1600/genderpaygap.jpg" height="320" width="273" /></a></div>
Interno sera, a cena.<br />
<br />
Mio figlio racconta di un gioco che ha accompagnato gli intervalli della sua compianta quinta elementare: <i>la città</i>. Questo gruppo di ragazzini, dopo aver tentato di mettere su un casino clandestino in quarta elementare, in quinta si è dato a giochi più costruttivi - uno direbbe. E invece questa città è una specie di <i>Sin City</i> - o, più propriamente, è la riproposizione geniale e arguta come solo sanno fare dei ragazzini di quinta elementare, di ciò che li circonda.<br />
<br />
I governanti (un sindaco, un banchiere, il capo della polizia e pochi altri) guadagnano immensamente più dei governati, Matteo ha vinto le elezioni ma due giorni dopo è finito in galera perché aveva comperato i voti, Giacomo lascia il posto da governante e finisce in disgrazia e fa tre lavori per tirare a campare (tra cui il giornalaio), il capo della polizia sventa furti di cellulari e intercetta i mafiosi (categoria mitologica, ormai) e via di questo passo.<br />
<br />
E poi, mi racconta quella sera, tra i governanti c'è anche una femmina - gruppo sparuto, in una classe composta per due terzi da maschi.<br />
<br />
"Rebecca faceva il sindaco in rappresentanza delle femmine", ci dice, "però noi guadagnavamo 10,000 e lei 8,000"<br />
Io rimango a bocca aperta, la sorella inizia a stracciarsi le vesti: "Ma questo è razzismo, non è valido!!"<br />
Lui ci guarda più stupito che mai.<br />
<br />
"E scusa, perché Rebecca guadagnava meno?"<br />
"Ma mamma, perché le femmine non partecipavano al gioco. E quindi lei rappresentava le femmine, ma guadagnava di meno. E' logico, no?"<br />
<br />
Parte pippone benevolo sul fatto che se una donna ricopre lo stesso ruolo di un uomo, deve avere lo stesso stipendio, mentre tento di placare la pasionaria ottenne da centro sociale che grida alla segregazione razziale.<br />
<br />
Alla fine lui mi guarda, poco convinto: "Va bene mamma, hai ragione. Comunque, dato che le femmine non giocavano, rimane uno spreco".<br />
<br />
Più o meno nelle stesse ore, dall'altra parte dell'Oceano...<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px;"><i>Today, women make up about half our workforce. But they still make 77 cents for every dollar a man earns. That is wrong, and in 2014, it's an embarrassment. A woman deserves equal pay for equal work. She deserves to have a baby without sacrificing her job. (...) Because I firmly believe when women succeed, America succeeds. <a href="http://www.usatoday.com/story/news/politics/2014/01/28/obama-2014-state-of-the-union/4972569/" rel="nofollow" target="_blank">2014 Obama's State of the Union Speech</a> </i></span></blockquote>
(Amen. Io non so chi scrive i discorsi ad Obama, ma avercene)<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">Immagine: <a href="https://www.jossandmain.com/Farmhouse-Traditions-Tulips-For-Sale-Wall-Decor~QVH2587~E8975.html?refid=HSOJM3.type42&referrerid=664253&medium=HardPin&source=Pinterest&campaign=type42&m=HardPin&cid=276&hscpid=556346&utm_source=Pinterest&utm_medium=HardPin&utm_campaign=type42&utm_content=276" rel="nofollow" target="_blank">Joss&Main</a></span></div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-50346421457142778442014-01-31T11:00:00.000+01:002014-01-31T11:33:39.594+01:00Liberiamo una ricetta: Torta allo Yogurt <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: left;">
Per <span style="color: #38761d;">#liberaricette</span> alla sua seconda edizione libero una ricetta molto semplice che mi è stata regalata da una persona a cui voglio molto bene, per cui voletele bene anche voi. Signore e signori, la <span style="color: #38761d; font-size: large;"><i>Torta allo Yogurt</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Wo67FbtF4qg/UutpB-vbd5I/AAAAAAAAAw0/TnW8qwOcLzY/s1600/Freearecipe.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Wo67FbtF4qg/UutpB-vbd5I/AAAAAAAAAw0/TnW8qwOcLzY/s1600/Freearecipe.png" height="280" width="280" /></a></div>
<br />
<b><span style="color: #38761d;"><br /></span></b>
<b><span style="color: #38761d;">INGREDIENTI:</span></b><br />
1 barattolino di yogurt (125 ml, alla frutta o intero... E' uguale. Molto buono con lo yogurt ai frutti di bosco, però!)<br />
lo stesso barattolino lo usi per fare le misure degli altri ingredienti:<br />
2 barattolini di farina<br />
3 barattolini di zucchero<br />
1 barattolino di olio di semi<br />
1/2 barattolino di latte<br />
1 bustina di lievito<br />
3 uova<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><b>PREPARAZIONE:</b></span><br />
Separare i tuorli dai bianchi d'uovo, mescolare i tuorli con lo zucchero, la farina, l'olio, il latte e il lievito.<br />
Montare i bianchi a neve e aggiungere il composto mescolando lentamente dal basso verso l'alto.<br />
Infornare (in teglia imburrata e infarinata, io utilizzo lo stampo del plumcake) a 180° in forno già caldo per circa 40/45 minuti.<br />
Non aprire mail il forno durante la cottura!!!<br />
Quando il dolce è freddo puoi cospargerlo di zucchero a velo... Buono e semplice!!<br />
<br />
Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia.Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web, proprio così come libere vanno le amicizie, e la dedico al <a href="http://www.centroastalli.it/" rel="nofollow" target="_blank">Centro Astalli</a>.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-42523258506051944522013-10-04T19:21:00.000+02:002013-10-07T14:43:08.599+02:00C'era una volta un blog, seduto sul sofà (feat. The Social Killed the Blog Star)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-qkUO4IFjhIQ/Uk73l1uKzmI/AAAAAAAAAlM/EZ9zfRmK6v8/s1600/blog.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="121" src="http://4.bp.blogspot.com/-qkUO4IFjhIQ/Uk73l1uKzmI/AAAAAAAAAlM/EZ9zfRmK6v8/s640/blog.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La prima testata del blog</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<i><br /></i>
<i>C'era una volta un blog, seduto sul sofà, che disse alla sua bella: "Raccontami una storia"</i><br />
<i>E la storia cominciò.</i><br />
<br />
La storia cominciò, ma poi a un tratto successe che la bella del blog iniziò a perdere le parole.<br />
Una per una: una parola veniva lasciata nello straccio della polvere, una nell'andare a prendere i bimbi a scuola, un'altra in una fine, una quarta al recinto dei cani, la quinta su Instagram, e poi una ancora una parola per un pomeriggio con i figli, e almeno altre dieci su Facebook, una quindicina su Twitter, la trentunesima al bar con le mamme, la trentaduesima e la trentatreesima il primo giorno di scuola, e dalla trentatreesima alla quarantesima a preparare pranzi e cene, la cinquantesima a scrivere, la sessantesima ad ascoltare, e poi ancora altre dieci parole a fare lavatrici, e altre venti a ragionare con se stessa, leggendo quello che intorno a lei tutti opinionavano su Twitter e Facebook, e tante, tante altre parole le perse guardando i suoi figli che crescevano e quello che le accadeva intorno.<br />
<br />
E così, la bella del blog rimase pian piano senza parole.<br />
A quel punto, non le rimaneva che canticchiarsi una vecchia canzone: <i>Ho perso le parole/Eppure ce le avevo qua un attimo fa/Dovevo dire cose/Cose che sai, che ti dovevo, che ti dovrei/Ho perso le parole, può darsi che abbia perso solo le mie bugie, si son nascoste bene/Forse però semplicemente non eran mie</i><br />
<i><br /></i>
Un po' ci era il fatto che la bella, davvero, non trovava il tempo di scrivere. Forse era stato proprio il tempo a portarle via le parole, chi può dirlo. Che la <a href="http://genitoricrescono.com/la-casalinga-pigra-e-la-decrescita-infelice/" rel="nofollow" target="_blank">decrescita infelice</a> che tanto bene ci racconta Barbara, ha anche questo inghippo - e potete vedere da voi, come usa bene le parole Barbara.<br />
<br />
Poi ci era il fatto che la bella si guardava intorno, ed era perennemente grata ai web e ai social, ma un po' era anche stordita da questo continuo vociare su tutto e tutto e tutto, e iniziava a chiedersi che peso stessero assumendo le parole, proprio quelle che non trovava più, fino a quando è incappata nel martirio mediatico del Beato Guido il Pastaio, reo di aver pronunciato alcune parole pericolose, quelle parole che oggi sono proprio perse, nel senso che non si sa bene che significato avranno tra un po' di tempo e di certo non si sa che significato hanno oggi - e la bella non poteva non pensare a quando le parole latine, pian piano, furono svuotate del loro significato e riempite di significati diversi. E invece assisteva a una parodia dell'isteria del Pensiero Unico, da una parte e dall'altra, e pensava proprio che Twitter aiuta le rivoluzioni, se le persone hanno in testa la rivoluzione. Ma - e se le persone invece hanno in testa solo stereotipi e confusione, e neanche più parole da scambiarsi?<br />
<br />
E quindi la bella non era stata una blog star e non sarebbe diventata una social star, questo era poco ma sicuro. Ma il fatto era che c'erano in giro un sacco di parole scritte tanto per scrivere, che non pesavano un quarto di una parola detta per essere vissuta. E forse il problema era tutto lì, lei era troppo presa dalle parole da vivere.<br />
<br />
E così la bella aveva in mente delle parole, le erano anche rimaste impigliate nella tastiera, ma poi vide cose come quelle che accadono davanti alle nostre coste, che la lasciarono di nuovo senza parole. E ancora una volta le veniva in mente di grandi movimenti di migranti del passato, che era un tempo in cui così in tanti avevano perso le parole, che sappiamo ben poco di quello che succedeva.<br />
<br />
E poi perdeva le parole che le rimanevano ancora da scrivere, perché era tardi e doveva proprio scappare. Era indecisa, se pubblicare questo post o no, e poi schiacciò sul tastino arancione.<br />
<br />
E la storia cominciò.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-88806744883744987862013-06-26T11:45:00.001+02:002013-06-26T12:15:38.871+02:00Email Etiquette. Otto basilari regole per lavorare via mail<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-DEgFd8JrDpk/Ucq3AM4ejiI/AAAAAAAAAgI/njmSBkTJgGo/s1600/boxletter.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-DEgFd8JrDpk/Ucq3AM4ejiI/AAAAAAAAAgI/njmSBkTJgGo/s1600/boxletter.jpg" /></a></div>
Nessuno, quindici anni fa, ci aveva detto che un giorno ci saremmo strafatti di email. Perché non ci sarebbe stato più il vicino di scrivania ma un gruppo inconsulto di persone sparpagliate ai quattro angoli dell'ufficio, quando va bene, che lavorano sullo stesso progetto.<br />
<br />
Le norme civili della buona educazione ci sono state insegnate, più o meno, fin da piccoli (il risultato di tali insegnamenti vacilla paurosamente quando pranzo e ceno con i miei figli, a dirla tutta)<br />
<br />
Nessuno, però, si è preoccupato di farci capire che <b>le buone maniere servono, anche e soprattutto, per iscritto.</b> E quindi, quando tra cent'anni scoveranno in qualche server sperduto nel deserti americano le nostre email, penseranno che eravamo dei veri barbari, verbosi da morire e senza la minima educazione.<br />
<br />
E così, dopo centinaia e centinaia di mail scritte e lette, ho pensato di fare sintesi in un post dedicato alla <i>Email Etiquette</i>, argomento forse un po' vecchiotto ma (a giudicare da quel che leggo) largamente attuale. Inizio io.<br />
<br />
<b>1.Salutate (lo fate, quando incontrate una persona?)</b><br />
Non è necessario iniziare sempre una mail con "Carissimo" e "Gentilissimo" (termini abusati soprattutto in quegli ambienti in cui ci si accoltella a piè sospinto alle spalle, facendo finta di essere tutti buoni). Basta "Ciao", o (se si è molto incavolati) anche solo il nome della persona alla quale è indirizzata la mail (ti faccio capire che sono incavolato ma mantengo il giusto contegno). La stessa cosa vale in chiusura: quando ve ne andate da un posto, lasciate tutti senza dire niente? La mail è una conversazione, e come tale va gestita.<br />
<br />
<b>2. Utilizzate "grazie" e "prego". Fidatevi, non hanno mai ucciso nessuno</b><br />
Questo rimane in assoluto il punto fondamentale di queste mie imprescindibili riflessioni. Usate la buona educazione, non costa niente. Davvero, è a gratis, credeteci.<br />
E poi, mantenere un tono cordiale, anche se strangolereste chi vi sta scrivendo, aiuta. La buona educazione, in genere, aiuta a superare i differenti punti di vista e permette la convivenza civile. In fondo, pensateci: lavorando via mail potete leggere, iniziare a infuribondirvi, andare in bagno, urlare, e poi risedervi di nuovo al vostro PC e scrivere la mail più gentile e cordiale che vi esca dalla tastiera. In un meeting, non potreste giocarvi questa chance e sareste comunque obbligato a comportavi in un modo socialmente accettabile. Quindi.<br />
<br />
<b>3. Imparate a utilizzare i cc. Con parsimonia, e quando serve</b><br />
L'utilizzo del cc è materia sulla quale si potrebbero scrivere manuali interi di filosofia della condivisione. Non inserite un cc di una persona che non è conosciuta alle altre o che finora non è intervenuta senza spiegare perché l'avete inserita nella conversazione e cosa ci fa lì. Non mettete persone in bcc (triste per chi lo riceve, come essere l'invitato di serie B). Se una mail è indirizzata a voi e a altre 5 persone in cc, rispondete a tutti, non solo al mittente (lo so, ogni tanto scappa. Ma stateci attenti)<br />
<br />
<b>4. Dalla mail al telefono, e ritorno</b><br />
Esplicitate a tutto il gruppo di lavoro se ci sono state delle decisioni prese altrove (al telefono, o un altro meeting, o alla macchinetta del caffè).<br />
<br />
<b>5. Precisione, brevità</b><br />
Le mail non sono il luogo di un comizio o di riflessioni filosofiche, devono essere uno strumento operativo. Inoltre, essere concisi e precisi non esclude il punto 2.<br />
Se dovete scrivere una mail molto lunga, andate per punti (se la mail è indirizzata ai "Carissimi" e "Gentilissimi", scusatevi previamente per la sintesi ma spiegate che è per amore di chiarezza, e tutti si sentiranno estremamente ragguardati)<br />
<br />
<b>6. L'ironia. Usatela, ma solo con le persone fidate</b><br />
Ve lo dice una che usa l'ironia troppo spesso. Purtroppo, il mondo è pieno di gente che scarseggia di senso dell'ironia e tende a prendersi molto sul serio. Usate l'ironia solo dalla quarta mail in poi, e solo con chi avete capito che vi capisce. Altrimenti, sono dolori.<br />
<br />
<b>7. Non cazziate una persona via mail, davanti a tutti</b><br />
I panni sporchi si lavano in famiglia, e possibilmente a voce. Assistere a scenate via mail è quanto di più pietoso possa succedere (per quelli che leggono, intendo), quasi quanto vedere una coppia che litiga alla cena di Natale. Ci sono luoghi e momenti più appropriati.<br />
Se qualcuno tenta di mettervi in difficoltà via mail davanti a tutto il gruppo di lavoro, risolvete la cosa in privato (anche via mail, ma in privato)<br />
<br />
<b>8. Firmatevi</b><br />
Dopo il "grazie" e il "ciao" dei punti 1 e 2, mettete una cavolo di firma. Soprattutto se scrivere dall'account info@salacippa.it o segreteria@losoio.it, non è detto che chi vi legge, anche se è un plausibile collega, sia a conoscenza della vostra identità. Alla prima mail ci si firma con il nome completo (ed eventualmente il cognome, se scrivere a sconosciuti molto formali), nelle mail successive potete mettere la vostra amata sigla. Non fate sì che le persone vi rispondano chiedendosi "Chissà chi cavolo è".<br />
<br />
Voci mancanti cercasi, per davvero,<br />
Grazie, ciao<br />
Lorenza<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Immagine: <a href="http://mountainvagabond.tumblr.com/post/51440409966" target="_blank">Mountain Vagabond</a></span></div>
<br /></div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-24764526042406654942013-06-17T14:30:00.000+02:002013-06-17T16:36:40.035+02:00Di nuove mamme (e di vecchie mamme con nuove ansie)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-C1vca4XBHpI/Ub78qXxXS2I/AAAAAAAAAfA/3MuoYnKRJwM/s1600/Fears.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-C1vca4XBHpI/Ub78qXxXS2I/AAAAAAAAAfA/3MuoYnKRJwM/s1600/Fears.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Mi è capitato di incrociare qualche nuova mamma, ultimamente.<br />
E di sentire storie dell'orrore di pediatri che fanno terrorismo psicologico: "E' sicura di avere ancora latte?" "Questo bambino ha gli occhi strani" "Questa bambina ha le gambe storte" "Questo bambino non cresce" (reloaded). E, di fronte alle domande di mamme giustamente allarmate, come risposta un'alzata di spalle e un "Niente, ci vediamo tra una settimana/un mese/un anno".<br />
Le nuove mamme se ne tornano a casa, con il loro bel carico di ansia, e iniziano a <b>scrutare il pargolo</b>.<br />
<br />
Mi è capitato di passare dalla <b>pediatra</b>, ultimamente.<br />
Entro in ambulatorio con i due scalmanati che vanno dalla pediatra come andare al parco giochi.<br />
Mentre la prima sale con i sandali sulla bilancia e il secondo si accascia sul lettino, lei mi dà il là: "No ma non è possibile un'altra diagnosi sbagliata da Pronto Soccorso"<br />
<i>Segue pippone sulle diagnosi sbagliate e sulle neomamme che </i><i>per ogni scemenza </i><i>chiamano il servizio di PS pediatrico "h24". </i><i>Servizio pediatrico h24? E perché io non ne so niente?</i><br />
<i><br /></i>
E poi io la butto lì, mentre una tenta l'arrampicata sulla bilancia e quell'altro le fa lo sgambetto<br />
"Sento racconti preoccupanti di terrorismo psicologico su queste neomamme, però"<br />
<br />
Segue conversazione sulle neomamme mentre i due tentano di menarsi, io tento di sbattere fuori dall'ambulatorio una figlia che non deve essere visitata, mentre quell'altro viene colto da irrefrenabile ridarola non appena lo stetoscopio lo sfiora.<br />
<br />
Comunque, da questa visita mi sono portata a casa, oltre a un certificato di sana e robusta costituzione e assenza di pidocchi per spedire Junior al campus estivo, che:<br />
<br />
1. Le nuove mamme cercano nei pediatri più sostegno di quanto i pediatri non siano disposti a fornire loro. Cercano nei pediatri, che sono ormai gli unici deputati a farlo, la possibilità di essere riconosciute come "<b>brave mamme</b>". E questo ve lo spiega bene anche il libro <i>Il pianto delle mamme</i> di Aurora Mastroleo (sì, ci ho scritto anche io, leggetelo, questa è una marchetta bella e buona ma il post davvero no, e se avete la pazienza di arrivare in fondo lo scoprirete). E' importante sapere di essere delle brave mamme? Sì.<br />
<br />
2. Le nuove mamme cercano nei pediatri questa conferma, perché non esiste nella nostra società nessun altro che dica loro che sono brave mamme, e oggettivamente oggi dove si impara a fare le mamme? Dove sono le mamme dalle quali imparare? Non ci sono nonne, non ci sono zie, non ci sono conferme dall'esterno, i nuovi papà sono messi come le nuove mamme (sarò un buon padre? o è meglio che sia un buon marito? ma come si fa? devo lavorare di più o di meno? devo lasciarla in pace o mi devo intromettere? Leggete il libro). Bisognerebbe dire che le mamme sono brave per definizione, punto. Tanto più se hanno avuto il coraggio di mettere al mondo un figlio nel nostro paese, nel 2013. A queste donne andrebbe dato un premio a prescindere. Ah sì, dimenticavo le mamme abbandoniche, quelle irresponsabili, quelle immature, quelle che pensano solo a se stesse, e tutta la categoria. Ma quale madre non è abbandonica, irresponsabile, immatura ed egoista, se lo standard sociale è la mamma che non deve chiedere mai?<br />
<br />
3. La maternità è diventata, come tutte le nostre vite, una questione più di prestazione che di relazione. Abbiamo cresciuto dei figli così, e forse è ora di darsi una regolata (ah per questo posso consigliarvi <i>Non so niente di te</i>, di Paola Mastrocola).<br />
<br />
E così arriviamo alle ansie di noialtre, madri attempate. Che non passiamo la settimana a cambiare il pannolino e pesare al milligrammo perché il pediatra ci dice che "è cresciuto poco" ma siccome siamo mamme prestanti con figli prestanti, li spediamo a fare cose prestanti. Il figlio decenne è stato lasciato ieri al campus estivo a 100 km da casa, voi genitori prestanti gli avete dato il cellulare scassato, che una volta tanto si poteva dargli il cellulare, ma avete fatto la ricaricabile con quell'operatore lì, che non sempre e non dappertutto prende. E ovviamente, lì dove è lui, il cellulare scassato non prende.<br />
<br />
Per cui, alle 5.15 di un afoso lunedì mattina, davanti ai vostri occhi spalancati sfilano tutte le peggiori scene di bullismo e violenza che avete immagazzinato in anni e anni di serie TV, film e libri. Vi chiedete perché ne avete visti così tanti, poi, non potevate passare il tempo a leggere la Divina Commedia? (Ah no, pure lì ci sono genitori che molestano e ammazzano i figli, mannaggia). Immaginate il vostro pargolo piccolo e indifeso di fronte a tutta la brutalità del mondo (d'altronde quando avete salutato il ragazzo che fa il guardiano del piano e gli avete detto "Buona settimana" lui vi ha risposto proprio così, "Speriamo") e maledicete in cuor vostro tutti quelli che hanno definito il cellulare un "guinzaglio elettronico" (sa il cielo dove ho letto questa definizione), che avete già capito che è tutta una farsa, che quando serve la tecnologia non funziona mai.<br />
<br />
<i>Segue dettagliata analisi immaginifica di ciò che capiterà negli anni a venire, dai 13 ai 20, sempre che il pargolo torni vivo da quella specie di lager di nefandezze nel quale l'avete lasciato due secondi prima.</i><br />
<br />
E così alle 6.35 capisci che l'unica soluzione è darci un taglio. All'ansia che domina questi tempi. E ti viene in mente il film che hai visto giusto sabato sera, <i>Le cinque leggende</i>, che è un meraviglioso film per bambini sulla paura. Ma ti sei detta che di questi tempi dovrebbero proprio farla vedere a tutti, quella scena lì quando sconfiggono il cattivo - e soprattutto come lo sconfiggono.<br />
<br />
A questo punto potresti riaddormentarti serena, peccato che sia ora di portare fuori il cane. Che poi inizia la giornata con duemilamiliardi di cose da fare. Che ansia.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-75220249379480534132013-05-20T14:30:00.001+02:002013-05-20T14:30:34.419+02:00Una barchetta in mezzo al mar (sono i post)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Mi piace quando i post vanno da soli, come se tu avessi costruito una barchetta di legnetti e l'avessi messa in acqua, e poi lei va da sola al largo, portata dalla corrente.<br />
<br />
Questo è un po' quello che è successo con il post di Maggio su <a href="http://genitoricrescono.com/conciliazione-questione-di-famiglia/" target="_blank">Genitoricrescono</a>.<br />
Parliamo di conciliazione come questione di famiglia, e non di pari opportunità.<br />
<i><br /></i>
<i>Join the debate!</i><br />
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lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-5696810102293229362013-05-03T10:21:00.005+02:002013-05-03T10:30:34.388+02:00Intanto, emigriamo. In un'altra era geologica<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Ultimamente, succede così.</div>
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<i>Con voce entusiasta</i></div>
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"Junior, andiamo all'evento XY!!!!"</div>
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<i>Con sguardo che non ammette repliche</i></div>
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"Basta che tu non mi faccia fare un laboratorio, sia ben chiaro"</div>
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Ecco, figlio 1, un tenero virgulto di 10 anni e poco più, ce lo siamo giocato.</div>
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Ma con Piccoletta posso ancora emigrare.</div>
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In un'altra <a href="http://www.assodidatticamuseale.it/" rel="nofollow" target="_blank">era geologica</a>.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-oYkLKSju_Kk/UYNxw3QLu1I/AAAAAAAAAeo/Q-G8q1l0ArE/s1600/dinoamici%C3%B9.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="480" src="http://1.bp.blogspot.com/-oYkLKSju_Kk/UYNxw3QLu1I/AAAAAAAAAeo/Q-G8q1l0ArE/s320/dinoamici%C3%B9.jpg" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
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lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-80752742262541308522013-04-30T11:06:00.000+02:002013-04-30T11:06:25.078+02:00Vacanze scolastiche: ho fatto i conti, e qualche considerazione<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-3k_wZWb_7nw/UX-IOIFv7xI/AAAAAAAAAeY/4wZACoZUqaQ/s1600/abc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-3k_wZWb_7nw/UX-IOIFv7xI/AAAAAAAAAeY/4wZACoZUqaQ/s1600/abc.jpg" /></a></div>
<br />
Dicono che arriverà l'estate.<br />
Al di là di ogni previsione metereologica, abbiamo tuttavia la certezza che la scuola italiana chiuderà i battenti il prossimo 7 Giugno e li riaprirà intorno all'11 settembre (come sapete, le date di riapertura delle scuole nel nostro Paese variano a seconda delle Regioni).<br />
<div>
<br />
Calendario alla mano, fanno, in settimane di vacanza:</div>
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3 a Giugno</div>
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4 a Luglio </div>
<div>
5 ad Agosto </div>
<div>
1,5 a Settembre </div>
<div>
per un totale di <b><span style="color: purple;">13,5 settimane</span></b><br />
per un totale di 94,5 giorni continuativi di vacanze scolastiche.<br />
<br />
94,5.Giorni.Di vacanza.Di fila.<br />
<br />
Considerato che il lavoratore medio italiano dipendente usufruisce di 3 o al massimo 4 settimane di ferie, rimangono <b><span style="color: purple;">10 settimane scoperte</span></b>.<br />
<br />
10.Settimane.<br />
<br />
Non esiste una statistica di quanto queste 10 settimane continuative di vacanze scolastiche costino, in termini reali, alle famiglie italiane tra campi estivi, campi sportivi, vacanze natura e via andare - né esistono dati su cosa succederebbe se i nonni entrassero in subitaneo e irrevocabile sciopero.<br />
<br />
<i>Magari, forse, semplicemente, i bambini invaderebbero le strade mandando il traffico in tilt e ricordando i passanti distratti e nervosi di queste città, che esistono anche loro.</i><br />
<br />
Non esistono, peraltro, statistiche di quanto costino ai comuni le strutture e i corsi estivi (anche in questo caso, con un'ampia variabilità di investimento da comune a comune), né quanto in più costerebbero alla pubblica amministrazione, soprattutto nel Nord Italia, se non ci fossero gli oratori feriali, per i quali molti comuni non sborsano neanche un centesimo. Non esistono statistiche di quante aule diventino una fornace al primo caldo, e di quanti uffici di direttori scolastici siano climatizzati.<br />
<br />
Questa serie di "non esistono" non è per puntare il dito contro nella solita guerra di tutti contro tutti, e alla fine nessuno ha la responsabilità di niente. Ma per far riflettere su come vengano disperse le risorse in un unico caos generalizzato, senza affondare il dito nella piaga delle pari opportunità nel nostro paese (perché sì, le pari opportunità sarà bene iniziare a farle valere anche per i bambini, o no?)<br />
<br />
Il calendario scolastico è un'invenzione del 1599, e quello italiano è, tranne alcune operazioni di make-up, immutato da quasi quarant'anni (sì, quarant'anni fa le scuole iniziavano a Ottobre invece che a Settembre e non esistevano le vacanze a carnevale). Non importa se il mondo è cambiato, la scuola italiana rimane ferma e immobile. Una vera istituzione, di quelle granitiche, proprio, che lascia ancora il tempo ai suoi studenti, d'estate, di andare a lavorare nei campi (perché così è stato concepito, il calendario scolastico italiano).<br />
<br />
<i>Che poi finirà, avanti di questo passo, che la scuola italiana riformerà il calendario quando saremo ormai ritornati a essere una società contadina.</i><br />
<br />
Faccio una proposta politicamente scorretta: baratto i <b>vecchi programmi </b>ministeriali spariti dalla circolazione - sì, quei programmi un po' nozionistici in chiave <i>back to basics</i>, quelli pensati per sottrarre le persone dall'analfabetismo e insegnare loro che vivevamo in un Paese che dovevamo amare chiamato Italia, in cui si imparavano le date in storia e i fiumi e i monti e i settori economici in geografia e l'analisi grammaticale in italiano e si sfiancavano i poveri studenti di operazioni con il riporto, mi riprendo anche tutta la retorica dell'impero romano e del Risorgimento e Pascoli e Carducci - con un <b>nuovo calendario scolastico</b> che metta una vacanza alla fine del quadrimestre, che li tenga sui banchi fino alla fine di Giugno, che gli faccia fare qualche giorno in più a Pasqua.<br />
<br />
Non un calendario che li lega al banco per sempre. Ma un calendario diverso, <b>diversamente gestibile</b> sia dalle famiglie sia dagli studenti, un calendario insomma che ci tolga almeno da questa emergenza nazionale. L'emergenza delle vacanze scolastiche.<br />
<br />
Ma forse è solo un'emergenza di alcuni. Voi che ne dite?<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Immagine: <a href="http://www.bedifferentactnormal.com/2011/08/more-fun-back-to-school-printables.html" target="_blank">Be Different Act Normal</a></span></div>
</div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-58528239595135777982013-04-12T12:52:00.001+02:002013-04-12T12:52:44.425+02:00Il potere dello strofinaccio, su casa, lavoro e famiglia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Non avete ancora letto il mio post di Aprile su <a href="http://genitoricrescono.com/quando-lo-strofinaccio-e-potere-famiglia-lavoro-e-casa/" target="_blank">GenitoriCrescono</a>?<br />
Correte.<br />
E state attenti a non scivolare sul pavimento bagnato.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-4431758458244987402013-04-03T23:41:00.001+02:002013-04-03T23:43:15.336+02:00Altro che sabbatico. Cenerentola va al Colle<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-OsoE0Shbd2w/UVygUE6SJ2I/AAAAAAAAAeA/T85lkiiSyHU/s1600/quirinale+palace.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="384" src="http://3.bp.blogspot.com/-OsoE0Shbd2w/UVygUE6SJ2I/AAAAAAAAAeA/T85lkiiSyHU/s640/quirinale+palace.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Da lettrice distratta di giornali quale sono diventata, scopro quasi per caso che il Presidente Napolitano ha nominato <b>dieci saggi</b> per salvare il Paese, dopo i tecnici e prima dei diplomatici. Tutti uomini, età media direi sopra i cinquanta, un po' vecchi per essere precari con un contratto di soli 10 giorni, ma insomma.<br />
<br />
Nessuno si è chiesto se la riforma del lavoro ricomprenda nella propria casistica "il contratto del saggio", ma tutti lestamente hanno notato che, ohibò, <b>neanche una donna</b> tra i saggi. Neanche-una-donna.<br />
<br />
Stracciamoci le vesti, analizziamo la questione "le donne non sono capaci di fare lobby", chiediamo che allora, niente donne sagge, ma suvvia, una donna Presidente proprio sì. Ah, quello sì. La donna Presidente (o la Presidente donna?) ci vuole proprio.<br />
<br />
Perché non abbiamo donne direttori di giornale, di ospedali, di associazioni, di fondazioni, rettori all'università o anche, semplicemente, quando si costruiscono i tavoli per un convegno piazzarci una donna diventa a volte un'impresa da fondamentalisti delle quote rosa, non perché le donne non le vogliamo, ma semplicemente perché non ci sono o, se ci sono, <b>non si vedono</b>. Però una donna Presidente, vuoi mettere.<br />
<br />
Per cui, a Cenerentola questa storia delle donne che non sanno fare lobby appare un po' astrusa, per la verità (d'altronde capitela, poveretta, è cresciuta con le due sorellastre e la Fata Turchina l'ha piantata lì, nel bel mezzo del ballo, con una zucca al posto della carrozza). E quando sente parlare di "Una donna al colle", con corredo di due o tre punti esclamativi, alza il sopracciglio. A Cenerentola pare piuttosto che in questo Paese, per quanto riguarda le pari opportunità, le donne hanno ancora tante cose da imparare e bisogna proprio ricominciare dall'ABC. A come rispetto, B come onestà, C come....<br />
<br />
C come... Provate a dirmelo voi!<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Foto: <a href="http://a-l-ancien-regime.tumblr.com/post/19398052028/quirinale-palace-rome-italy" rel="nofollow" target="_blank">Rococo Revisited</a></span></div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-53637519846332680472013-03-18T15:38:00.003+01:002013-03-18T15:45:03.412+01:00Cinderella goes on sabbatical. Appena ha finito il bucato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-vmbrw2W1K-A/UUcjuZCUVxI/AAAAAAAAAdw/Lz6PBPv36kU/s1600/dance.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="http://3.bp.blogspot.com/-vmbrw2W1K-A/UUcjuZCUVxI/AAAAAAAAAdw/Lz6PBPv36kU/s400/dance.png" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<b><i>Novembre 2012</i></b><br />
Umida serata milanese, sedute a un tavolino su un marciapiede molto milanese, mangiando bagel (molto milanesi anche quelli?).<br />
Momento di ritrito sfogo personale.<br />
<br />
"Mi prendo un anno sabbatico"<br />
"Sei matta?!? Poi non riesci più a tornare a lavorare"<br />
"Mh... Direi proprio di sì, hai ragione."<br />
<br />
<b><i>Marzo 2013</i></b><br />
Nevoso pomeriggio milanese, a casa con due figli malati, a leggere le mail del lunedì.<br />
Mail da un'antica collega statunitense, ritornata in patria <br />
<br />
"Hi Lorenza,<br />
<br />
Early last year I embarked on a six-month sabbatical that included intense training in everything from yoga and meditation to ukelele and kiteboarding.<br />
<br />
Through that experience I gained a deeper appreciation for how experts and coaches run their businesses, and ultimately arrived at the concept for my new professional pursuit"<br />
<br />
No, ma parliamone. <br />
<br />
Soprattutto di come l'ukulele e il kitesurf possano imprimere una svolta alla propria vita professionale. <br />
<i>E ti chiedi perché dall'altra parte dell'Oceano prendersi un sabbatico o rimanere un anno senza lavoro causa maternità non pregiudichi inevitabilmente la possibilità di rientrare nel mondo del lavoro. </i><br />
<br />
Delle ultime frontiere del marketing.<br />
<i>Alla seconda lettura hai già capito che ti ha preso per i fondelli. E tu, che eri quella che voleva prendersi un anno sabbatico, ci sei cascata come una pera.</i><br />
<br />
E del fatto che per il corso di yoga potrei anche attrezzarmi.Appena finisco di lucidare i corrimani in ottone delle scale e di fare il bucato delle sorellastre, che alle feste si sporcano sempre.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">La foto è da <a href="http://ignitelight.tumblr.com/" rel="nofollow" target="_blank">Ignite Light</a></span></div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-42891299841196863302013-03-08T12:24:00.002+01:002013-03-08T13:26:37.108+01:00È una favola per donne<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-FKYwYJlsrs0/UTnCx4Fhq6I/AAAAAAAAAdg/TW6yyfdHTYw/s1600/AprilandMay.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-FKYwYJlsrs0/UTnCx4Fhq6I/AAAAAAAAAdg/TW6yyfdHTYw/s1600/AprilandMay.jpg" /></a></div>
<br />
Abbiamo bisogno di favole, di questi tempi.<br />
Non solo per capire, ma anche per sognare un po' di futuro.<br />
<br />
E così, grazie a <a href="http://www.qualcosastacambiando.blogspot.it/" target="_blank">Silvietta</a>, a Serena e a Silvia, il mio post di questa settimana è su <a href="http://genitoricrescono.com/crisi-donne-favola/" target="_blank">Genitoricrescono</a>, dove mi troverete ogni mese, a parlare di famiglia e lavoro.<br />
<br />
Crediamoci, donne.<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">Foto: <a href="http://aprilandmaystudio.blogspot.nl/" target="_blank">AprilandMay</a></span></div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-23765332506877030192013-03-01T11:25:00.005+01:002013-03-01T11:36:03.683+01:00Lezioni da Cinderella Mood: due o tre cose sul ritrito "investire su se stessi"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-v9Lfh_9wsHw/UTCABHRyw4I/AAAAAAAAAdQ/0kFh7iiuITk/s1600/investire+su+stessi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-v9Lfh_9wsHw/UTCABHRyw4I/AAAAAAAAAdQ/0kFh7iiuITk/s1600/investire+su+stessi.jpg" /></a></div>
<br />
Scrivere quello che si pensa e si prova è un mestiere pericoloso, ma è un mestiere che aiuta la riflessione. E dunque, ripensando non solo lungamente al <i><a href="http://www.milanoelorenza.blogspot.it/2013/02/cinderella-mood-e-la-sapienza-della.html" target="_blank">Cinderella Mood</a></i>, ma anche ad <a href="http://www.milanoelorenza.blogspot.it/2013/01/storia-di-effe-la-donna-che-la-fornero.html" target="_blank">Effe</a>, mi sono accorta che hanno un tratto in comune, ed è il tratto per cui detestiamo profondamente Cenerentola - non perché è giovane, e bionda, e ha un paio di scarpe fenomenali - no, la detestiamo perché è una che "ha centrato l'obiettivo" - cosa che, evidentemente, né Effe né la sottoscritta sentono di essere riuscite a fare.<br />
<br />
Tecnicamente, si chiama <b>ottenere un successo</b>.<br />
<br />
Lascio alla psicanalisi femminile la riflessione sul fatto che Cenerentola si è aggiudicata il Principe Azzurro, l'unico del Regno, giacché la merce Principe Azzurro scarseggia, sconfiggendo le due orribili sorellastre.<br />
<div>
<br />
<div>
Riflettendo su <i>Cinderella Mood</i>, ha iniziato a frullarmi ossessivamente in testa questo mantra: "<span style="color: #38761d; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><b>Investire su se stessi</b></span>, <span style="color: orange; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Investire su se stessi</span>, <span style="color: #741b47; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;">Investire su se stessi</span>"</div>
<br />
<div>
Il concetto "investire su se stessi" è un po' come quello di "essere imprenditori di se stessi", fa molto vetero-anni Ottanta. Il successo, la carriera, quelle cose lì. Cose che oggi, per buona parte di noi, suonano proprio come la musica dei Duran Duran, le spalline e le felpe della Best Company: bellissime, ma vestigia di un glorioso passato che difficilmente indosseremo nuovamente (ecco, colgo l'occasione per lanciare un appello ai signori Naj Oleari, le nostre figlie stanno crescendo e volete che noi mamme non acconsentiamo all'acquisto di una di quelle meravigliose borse? E' giunto il momento, sappiatelo).</div>
<br />
Comunque.<br />
<br />
Investire su se stessi è un concetto che, mentre passi lo straccio sul pavimento o fai la parte di quella che deve essere salvata dalla Fornero, ti fa anche un po' incazzare, a dirla tutta. Eppure, <b>è lì che Cenerentola frega tutte le altre</b>. E' nel momento in cui dice alla Fata Madrina: "Ma io volevo andare al ballo e non ho il vestito adatto. E poi mi serve la carrozza. E poi i cavalli". E va al ballo, anche se è in ritardo pazzesco e quante altre avrebbero detto: "No, ma ormai cosa vi vado a fare, è troppo tardi"<br />
<br />
Cenerentola aveva ben chiaro <b><i>dove voleva andare</i></b>, e <b><i>cosa le serviva per arrivarci</i></b>.<br />
Quante di noi possono dire altrettanto di se stesse?<br />
<br />
(Ok, abbiamo cresciuto i bambini, abbiamo appena spatellato/svezzato/curatolabronchite-lavaricella-ipidocchi-eanchelostreptococco/lavorato//cambiatocasa/cambiatoscuola/cambiatotrelavori/ecc. Siamo nella situazione di Effe, in cui dobbiamo lavorare, senza poter fare troppa filosofia, siamo in una situazione avvilente, il nostro lavoro non viene riconosciuto.)<br />
<br />
Cenerentola insegna che c'è sempre tempo, se sai dove vuoi - e non dove <i>devi</i> - andare.<br />
<br />
(Il prossimo post lo dedichiamo alla dialettica tra dovere e volere o alla resilienza delle donne?!?)<br />
<br />
Poi c'è l'altro aspetto vetero-anni Ottanta del concetto "investire su se stessi", che è il successo. Un concetto che oggi va forse un po' rivisto, insieme al linguaggio, in chiave un po' più minimalista, come si addice ai tempi. <i>Pensa in grande e muoviti nel piccolo</i>, mi verrebbe da dire. E arriva a fine mese.<br />
<br />
Per cui, come esercizio pratico mi è piaciuto questo articolo su <a href="http://www.pinkdna.it/investi-su-te-stessa-passo-primo-decidi-cosa-vuoi/" rel="nofollow" target="_blank">PinkDNA</a> (che va spogliato di tutti gli orpelli vetero-anniOttanta, appunto), e come bigino non posso che segnalare nuovamente la sezione di Coaching di <a href="http://www.veremamme.it/coaching/" target="_blank">VereMamme</a>, che è una vera miniera per la riflessione e di cui dobbiamo ringraziare Flavia.<br />
<br />
Se avete altre segnalazioni sono le benvenute, perché l'argomento ha iniziato ad intrigarmi!</div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-85631855557302925702013-02-18T15:50:00.000+01:002013-02-18T15:50:30.912+01:00Cinderella Mood e la sapienza della quasi quarantenne<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-dIbt0RHpo1Q/USI9XEq09AI/AAAAAAAAAc0/4Imrjh5U8FA/s1600/Cinderellanecklace.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-dIbt0RHpo1Q/USI9XEq09AI/AAAAAAAAAc0/4Imrjh5U8FA/s1600/Cinderellanecklace.jpg" /></a></div>
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Il <b>buon proposito per il 2013</b> consisteva nel pubblicare un post alla settimana, su questo blog, che non parlasse dei fatti miei e che possibilmente ripresentasse qualche ragione per tenere in piedi questo blog con un po' di dignità (e ok, non iniziamo subito a divagare su cosa si intenda per dignità di un blog).</div>
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Bene, oggi è lunedì e non giovedì, io sto scrivendo un post sui fatti miei (e per di più assai lamentoso, nelle intenzioni) e continuo a chiedermi cosa farne di questo spazio, che è pure davvero prezioso e tuttavia così trascurato. Avrei potuto parlare di SMW, di Sanremo, del Papa, del meteorite. E invece no.</div>
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Per fortuna che c'era quello che diceva che i buoni propositi sono fatti per essere infranti.</div>
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Non ditemi che era il solito Oscar Wilde.</div>
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Il buon proposito per il 2013 era, ed è, "SI CAMBIA". </div>
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<b>Cinderella Mood On</b> vorrebbe che arrivasse la Fata Madrina e mi rifacesse nuova, meglio che tre giorni alla spa. La quasi quarantenne in un solo mese di 2013 ha visto porte chiudersi e aprirsi, e poi richiudersi, con una velocità impressionante. Poi ci sono le porte che lasciano sempre uno spiffero. La quasi quarantenne sa che non ci si può fare nuovi da un momento all'altro, ed è piena di gratitudine verso le persone che aprono porte nuove, e che la stimano.</div>
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Cinderella Mood On vorrebbe che il Principe Azzurro arrivasse e la liberasse da tutta la fatica di questi tempi. <b>La quasi quarantenne</b> sa che i Principi Azzurri non esistono, e che nessuno farà le cose per lei al suo posto. Quindi, bando alle ciance e rimbocchiamoci le maniche.</div>
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Cinderella Mood On dice che bisogna essere umili, passare lo strofinaccio e stare zitti, e aspettare il momento giusto facendo buon viso a cattivo gioco, <b>e che la forza sia con te</b>. La quasi quarantenne, invecchiando, diventa sempre meno tollerante e sempre più irriverente, e ogni tanto sospira davanti all'immaginetta di Darth Vader, sognando di diventare cattiva come lui - il lato oscuro della forza ha un fascino pazzesco, si sa.</div>
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Cinderella Mood On e la quasi quarantenne litigano incessantemente da un mese a questa parte.</div>
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A parte il disturbo bipolare ormai pubblicamente dichiarato, la sottoscritta non sa più che pesci pigliare, in mezzo a queste due. </div>
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Possiamo sperare solo nei topini, che anche i saldi sono finiti, nel frattempo.</div>
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<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;">L'immagine viene da <a href="http://www.flickr.com/photos/mskriss/4527626407/sizes/z/in/faves-ediebeale/" rel="nofollow" target="_blank">Flickr</a></span></div>
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lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-81040439551994538482013-01-31T10:29:00.002+01:002013-01-31T10:30:16.794+01:00Liberiamo una ricetta: timballo di riso della Nonna<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">Per #liberericette ho pensato di liberare una ricetta che non esiste, una ricetta che non ho trovato mai su nessun libro di cucina, di cui non ho le dosi precise, semplicemente perché è una di quelle ricette di famiglia, che impari dalla mamma perché la mamma la fa, ma non sai neanche dove l'abbia trovata lei.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-saV9eZlvDCw/UQo3GFc3_5I/AAAAAAAAAcE/iO1XV3_Q2rY/s1600/KeepCalmStudio.com--%5BCrown%5D-Keep-Calm-And-Free-A-%5BNo-Crown%5D-Recipe.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-saV9eZlvDCw/UQo3GFc3_5I/AAAAAAAAAcE/iO1XV3_Q2rY/s200/KeepCalmStudio.com--%5BCrown%5D-Keep-Calm-And-Free-A-%5BNo-Crown%5D-Recipe.png" width="200" /></a></div><br />
<div style="text-align: center;">E dunque, ecco a voi il <b><span style="color: #4c1130; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Timballo di riso della nonna</i></span></b></div><br />
<b><i>Ingredienti per 4 persone:</i></b><br />
8 manciate di riso (noi le misuriamo così, 2 manciate di riso a testa, ma belle colme)<br />
1 cipolla<br />
2 cucchiai di olio di oliva<br />
100 g di pancetta a dadini<br />
1 confezione di wurstel<br />
1 scodella di piselli<br />
1/2 bottiglia di passata di pomodoro<br />
burro e parmigiano grattuggiato q.b.<br />
<br />
<br />
<b><i>Preparazione:</i></b><br />
Fate soffriggere la cipolla nell'olio, aggiungete i piselli e fate rosolare. Quando i piselli iniziano a prendere la cottura, aggiungete la pancetta a cubetti, tagliate a rondelline i wurstel e aggiungete. Fate rosolare cinque minuti, poi aggiungete la passata di pomodoro. Coprite, abbassate la fiamma e fate cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti. Nel frattempo bollite in riso in abbondante acqua salata (15 minuti circa, controllate il tempo di cottura che varia a seconda del riso). Fate scaldare il forno a 180°. Scolate il riso, conditelo con il sugo e versatelo in una pirofila precedentemente imburrata. Completate aggiungendo dei fiocchetti di burro e abbondante parmigiano grattuggiato. Passate in forno per 30 minuti circa, fino a quando la superficie del riso non sia gratinata. Sfornate e servite<br />
<br />
<b><i><span style="color: #38761d; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia.Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web. </span></i></b><br />
<br />
#Liberericette è una bellissima cucina virtuale sul web. E dato che mangiare da soli è cosa triste, ringrazio <a href="http://yenibelqis.wordpress.com/">Chiara</a> e <a href="http://luciebasta.wordpress.com/">Lucia</a> per averci proposto di condividere le nostre ricette anche con la mensa dei rifugiati del <a href="http://www.centroastalli.it/index.php?id=9"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><i>Centro Astalli</i></span></b></a>.<br />
Potete farlo anche voi, se volete.</div>lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-69761511544985786402013-01-18T09:01:00.001+01:002013-01-18T09:04:23.574+01:00Storia di Effe, la donna che la Fornero voleva salvare con la sua riforma<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-e-Nx9Ai5xH4/UPbx-i6OJlI/AAAAAAAAAbw/QtuRy9Olh8Q/s1600/donnelavoro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-e-Nx9Ai5xH4/UPbx-i6OJlI/AAAAAAAAAbw/QtuRy9Olh8Q/s1600/donnelavoro.jpg" /></a></div><br />
<blockquote class="tr_bq"><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 12px;"><i>Oltre alla <a href="http://www.milanoelorenza.blogspot.it/2012/12/pianoc-la-terza-via-ce.html">tua categoria 'incasellabile'</a>, a quella delle 'placide madri di famiglia' e a quella delle 'impareggiabili madri-manager', ce n’è almeno un’altra, anch’essa enormemente sfigata, quelle delle 'libere professioniste' – senza tredicesima, senza ferie, senza malattia – ma che lavorano come dipendenti – leggi: obbligo d'ufficio e d’orario, e che quindi non hanno nessuno degli aspetti positivi di entrambe le categorie, ma la somma di tutti gli aspetti negativi di entrambe, e che, ultima fantastica news, dopo aver faticato con orari folli, si sentono dire che il proprio già misero stipendio verrà ridotto del 20% per gennaio febbraio marzo e poi si vedrà, ma ovviamente l’orario NON verrà minimamente ridotto, anzi (e che non hanno ancora visto una parte di stipendio arretrato). Vabbè, era tanto per sfogarsi adesso e non ammorbarvi stasera... Effe.</i></span></div></blockquote><div><div style="text-align: justify;">Effe è una libera professionista a tutti gli effetti, una di quelle che hanno un albo professionale al quale essere iscritte (mica come la sottoscritta). Effe è una sintesi di tutto quello che la Fornero voleva salvare con la sua riforma: è una donna, è una madre alla quale non è riconosciuto nessun diritto di conciliazione, è una finta partita iva, ha pochissime tutele. E' lei, quella da salvare. Quella da far assumere a tempo indeterminato. Quella che si arrabbia perché il collega maschio fa il cavolo che gli pare, e i capi non gli dicono nulla, e se invece lei va a dire: "Devo stare a casa, ho il bambino malato", i capi le dicono: "Sai che c'è? Stai a casa per sempre".</div></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div><div style="text-align: justify;">E, ovviamente, Effe a casa non può rimanere - che non è che si mettono via i risparmi, a fare la parte di quella che deve essere salvata dalla Fornero.</div></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div><div style="text-align: justify;">Mentre Effe ed io, acquattate in cucina, parlavamo di questo suo sfogo, marito-di-Effe è arrivato, ha annusato l'aria e ha esclamato: "Ma Effe, tu ti devi mettere in testa una cosa. Tu non sei una libera professionista. Tu sei un fornitore".</div></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ho chiesto a marito-di-Effe di declinare la definizione di fornitore e lui, annusata l'aria, ci ha lasciato con questa definizione: "Il fornitore è colui che abitualmente fornisce o provvede alla consegna di merce a negozi, a un'azienda o a privati, quindi la differenza tra socio/dipendente e fornitore è che sei l'ultimo nella scala dei pagamenti e sei sacrificabile in quanto fuori dall'azienda." Quindi siamo rimaste tutte due a guardarci con un bel punto di domanda sopra la testa.</div><br />
<div style="text-align: justify;">Perché la situazione è più o meno questa. C'è la la Fornero che con la sua riforma vuole salvare tutte le donne come Effe facendole assumere a tempo indeterminato. E c'è la realtà di un lavoro che va proprio nella direzione opposta, in cui ci sono sempre meno lavoratori e sempre più fornitori, pagabili o meno, rinnovabili o meno, bistrattabili o meno. Insomma, sempre più Effe da salvare.<br />
<br />
E dato che la Fornero non è stata in grado di salvare Effe, io mi chiedo chi può salvarla - o, meglio, mi chiedo in quale modo lei, "da sola", possa salvarsi. E le risposte non ammesse sono: emigrare, trovare un amante milionario, vincere alla lotteria.</div><br />
<div style="text-align: right;"><i><span style="font-size: x-small;">La foto è di <a href="http://www.flickr.com/photos/lissyl/5632270942/sizes/l/" rel="nofollow" target="_blank">Lissy</a></span></i></div><div><br />
</div></div>lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-54238732813614875442013-01-10T13:44:00.000+01:002013-01-10T13:44:33.808+01:002013, credici<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-cBk1I9IYmm8/UOtByi2_zwI/AAAAAAAAAbQ/Hjmpuwhipsc/s1600/duemilacredici.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="338" src="http://3.bp.blogspot.com/-cBk1I9IYmm8/UOtByi2_zwI/AAAAAAAAAbQ/Hjmpuwhipsc/s400/duemilacredici.jpg" width="450" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">#duemilacredici @milanoelorenza</td></tr>
</tbody></table>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dicono che tutto ciò che stiamo cercando, sta cercando anche noi e che se rimaniamo quieti, ci troverà. </i><i>E 'qualcosa che ci attende da molto tempo. Mentre arriva, non agitarti. Riposa. Vedrai cosa succede dopo.</i></blockquote>
</blockquote>
</blockquote>
Questo è stato il mio inizio 2013, e avevo in mente un post molto zen, per la verità.<br />
Poi la vita, al solito, ha preso il sopravvento.<br />
<br />
Ma questa foto (fatta da me, eh) e queste parole (mandate a me, in risposta a un augurio che avevo fatto anni fa e che neanche ricordavo più, ma come ha commentato l'amica che me li ha rigirati, "ci vuole sempre un po' di tempo per realizzare i buoni propositi") me le voglio tenere strette per tutto l'anno. Vada come vada.<br />
<br />
Continuiamo a crederci, anche se poi, la vita, prende il sopravvento.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-17482959473387188252012-12-23T11:41:00.000+01:002012-12-23T11:41:00.479+01:00Christmas Greeting Cards<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Fi2aIYfk0zk/UNbdfJwRXvI/AAAAAAAAAa8/g5FmoJ_XPzM/s1600/doors.jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Fi2aIYfk0zk/UNbdfJwRXvI/AAAAAAAAAa8/g5FmoJ_XPzM/s1600/doors.jpg" /></a></div>
<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-8a2rwWhlZ-4/UNbdNC-E24I/AAAAAAAAAaY/_jGexMfx_MM/s1600/dinner.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-8a2rwWhlZ-4/UNbdNC-E24I/AAAAAAAAAaY/_jGexMfx_MM/s1600/dinner.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-lecogJyu9qU/UNbdO8mexHI/AAAAAAAAAas/_nkZxJMoHSA/s1600/star.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-lecogJyu9qU/UNbdO8mexHI/AAAAAAAAAas/_nkZxJMoHSA/s1600/star.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Tutte le foto sono di <a href="http://ignitelight.tumblr.com/" target="_blank">IgniteLight</a>.<br />
Accendiamo tutti una luce, in questo Natale.</div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-30263303045169942302012-12-13T19:53:00.001+01:002012-12-17T15:50:56.838+01:00Piano_C, la terza via c'è<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-cwI0UMkSvxA/UMojyBgetUI/AAAAAAAAAaI/SVKL8ms4JLY/s1600/PianoC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-cwI0UMkSvxA/UMojyBgetUI/AAAAAAAAAaI/SVKL8ms4JLY/s1600/PianoC.jpg" /></a></div>
<br />
A volte uno si sente sfigato, e invece è soltanto un pioniere.<br />
<br />
Cristoforo Colombo, quando ha capito di non essere arrivato in Cina, avrà passato almeno cinque minuti della sua vita a dirsi "<i>Belin, che sfiga</i>".<br />
<br />
Quando sono rimasta senza lavoro dopo la prima maternità, e pure dopo la seconda, nel vortice di aerosol, pappe e passeggini, ciucci e pannolini, mi sono data ben di più che della sfigata (fate voi le dosi, aggiungete a piacere, che si sa che l'autostima di una donna, italiana per di più, a cavallo del Nuovo Millennio non può certo essere paragonabile a quella di un maschio vissuto nel XV secolo).<br />
<br />
Ma ho sempre lavorato. Mi sono ritrovata a seguire un percorso lavorativo a tornanti, con una collaborazione libera dal sacro vincolo dell'orario d'ufficio. E mentre tutti avevano giorni lavorativi, e ferie, e tredicesime, io avevo una scrivania mobile (prima in camera, poi in ingresso, infine in soggiorno, con una geografia variabile come i cambiamenti delle stanze di casa), contratti sempre diversi, un'identità indefinita.<br />
Una che metteva insieme tutto: casa, lavoro, pomeriggi con i figli, serate a lavorare.<br />
Precaria, libera professionista, cosa sarò? Boh. Forse, solo un casino.<br />
<br />
Mentre macinavo chilometri, ricevute dell'asilo nido, tate peggio di mine vaganti, lavatrici, pomeriggi al parco, cene preparate a scapicollo, intorno a me vedevo <b>un mondo che era solo un aut aut</b>: placide madri di famiglia dedite esclusivamente ai loro pargoli, e impareggiabili madri-manager con un lavoro full-time, nonni full-time e <i>Tata for Dummies</i> in tasca.<br />
<br />
Non è stato facile, per tanti motivi, ma (mi rendo conto ora) anche perché ero sola.<br />
<br />
Poi sono successe delle cose. E, in ordine cronologico:<br />
1. Ho aperto un <b>blog</b>. E ho scoperto che l'Italia è piena di imprenditrici e libere professioniste che a) sono state cacciate dal loro posto di lavoro dopo la maternità; b) hanno lasciato per esasperazione il loro posto di lavoro dopo la maternità; c) si sono rotte del lavoro che facevano e hanno lasciato il loro posto di lavoro investendo tempo e vita in altro.<br />
<i>Beninteso, per me una donna che sceglie di lasciare un'azienda, anche per i più sacrosanti motivi, è sempre una sconfitta. Ma di questo ne parliamo un'altra volta.</i><br />
<br />
2. E' iniziata la <b>crisi</b>. E adesso ci sentiamo tutti precari (tiè).<br />
<i>Anche se, non dimentichiamocelo, continua a esserci una buona differenza retributiva tra </i>sentirsi<i> precario ed </i>essere<i> precario.</i><br />
<br />
3. A Milano hanno iniziato a nascere gli spazi di <b>co-working</b>.<br />
<i>Non ci sono mai andata. Il primo era troppo scomodo per me, il secondo troppo macchinoso, il terzo è stato avviato in un anno che è stato un bagno di sangue, e ancora adesso mi chiedo come ho fatto a pagare le tasse, quell'anno lì.</i><br />
<br />
Poi è nato <a href="http://www.pianoc.it/" rel="nofollow" target="_blank"><b>Piano_C</b></a>, che è un <b>co-working</b> per le mamme - per le <b>donne</b> (e per i <b>papà</b> accompagnati dai bambini). E' un luogo con 12 postazioni di lavoro e sale riunioni che propone uno spazio e servizi di accudimento per bambini 0-3 (non è un asilo nido, non è un tempo per famiglie, boh, non si sa come definirlo, chissà come mai, forse solo perché è una "cosa" innovativa). Quando l'ho visto, davvero, mi si è aperto il cuore. E non solo perché è un bel posto.<br />
<br />
Ma perché è proprio <b>quella cosa lì</b>, che serve, alle madri: uno spazio per professioniste che sono in una fase di ridefinizione della loro vita, uno spazio in cui naturalmente incontrarsi, confrontarsi, scambiare idee e professionalità e prospettive, senza il sopracciglio alzato del giovane nerd (<i>che palle questa, una madre!</i>) o l'affanno del professionista (<i>una madre, e pretende pure di rubarmi il lavoro, ma pensa te</i>). Uno spazio in cui la flessibilità oraria del servizio di cura è vera, e non presunta.<br />
<br />
Un ghetto? Io credo che da lì le mamme non usciranno con una ricetta per il brodo di verdure in più, ma con idee in più su se stesse, sui propri obiettivi professionali, e anche (perdonate il parolone) nuove possibilità di business. Perché, lasciatemelo dire che sono un'esperta, si possono avere un sacco di (ottime) idee di business: il problema è trovare persone competenti con le quali realizzarle (o almeno provarci), queste idee.<br />
<br />
Perché è proprio una cosa, che serve alle mamme libere professioniste: incontrarsi, e <b>investire su di sé</b>, mettersi insieme per credere nelle proprie idee. E non preoccuparsi se nessuno riesce a incasellarle, e neanche loro ci riescono.Che vuol dire che sono delle pioniere, ma sarà bene che lo capiscano subito, e non ci impieghino dieci anni come la sottoscritta.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-16887345416787832542012-12-04T12:38:00.000+01:002012-12-05T15:26:40.315+01:00I miei nonni (e me)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ofRWx0lFWrU/UL3gX4zGJ5I/AAAAAAAAAZ0/9y9FYZ5lL4o/s1600/ventesimo_secolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ofRWx0lFWrU/UL3gX4zGJ5I/AAAAAAAAAZ0/9y9FYZ5lL4o/s1600/ventesimo_secolo.jpg" /></a></div>
<br />
Nonno Giuseppe nacque nel 1898, avevo un nonno nato nell'Ottocento! Non solo. Aveva combattuto la Prima Guerra Mondiale, guidava un camion sulla linea del Piave e portava munizioni e viveri dalle retrovie in trincea. La sua prima figlia nacque nel '29. Viveva, insieme ai suoi fratelli, in una cascina davanti alla quale passava il tram che partiva da Milano, e oggi si direbbe "faceva l'imprenditore" (mentre in realtà produceva latte e formaggi, e si alzava alle 4 del mattino tutti i santi giorni). Rimase vedovo a cinquant'anni, e non si risposò mai. Quando i figli furono grandi, li portò sulla linea del Piave, un ritorno sui luoghi dove aveva combattuto: credo sia stato l'unico viaggio di mio nonno da qualche parte. Non ha mai avuto una macchina, ma la sua famiglia possedeva una carrozza. Andava in bicicletta, non andava in ferie ad agosto, ma passava un mese al mare a febbraio. Leggeva, leggeva tantissimo e continuò a leggere finché gli fu possibile: saggi storici sul Risorgimento e sulle Guerre Mondiali, una biblioteca ben nutrita e una certezza, quando era il momento di fargli un regalo. Non era un gran parlatore, ma assomigliava, nel piglio, a Francesco Giuseppe, in quei quadri che lo ritraggono alla fine del suo Impero - gli mancavano solo le marsine e i favoriti. Aveva una routine ferrea, e non usciva mai senza il cappello.<br />
<br />
Il nonno Livio nacque nel 1908. La maestra della scuola elementare, sostenendo che il nome Livio non esisteva, andò all'anagrafe e glielo cambiò in Elivio, e dato che la maestra - insieme al sindaco - costituiva l'autorità indiscussa del paese, nessuno disse niente e mio nonno, per l'anagrafe italiana, rimase Elivio per tutto il resto della sua vita. A militare incontrò il re, che era basso e rosso di capelli come lui. Al tempo in cui si conobbero, la nonna era fidanzata con un altro, ma il nonno decise che sarebbe diventata sua moglie. E così fu. Sono stati sposati per cinquant'anni. Gestivano un'enoteca (una mescita di vini dove si spillava barbera e ogni tanto arrivava il salame da Piacenza) e, a tempo perso, mio nonno faceva l'intermediatore immobiliare (di terreni agricoli) e mobiliare (di cavalli). A pranzo e cena non beveva acqua - fa male alla digestione, diceva - ma aveva sempre una caraffa da birra piena di barbera. Fumò per circa settant'anni. Al precetto di confessarsi e comunicarsi almeno una volta l'anno per Pasqua, lui rispondeva andando a confessarsi - irrimediabilmente - il Lunedì DOPO Pasqua. Negli ultimi anni, sentii spesso mia nonna preoccuparsi, a tal riguardo, per la salvezza della sua anima. Nutriva una grande ammirazione per Almirante, ma ha sempre votato DC, sostenendo che il referendum del '46 fu un grande broglio elettorale. Passava i pomeriggi al bar, giocando a scopa, e fino a ottant'anni suonati era in grado di ricordarsi tutte le carte. Le sue scarpe erano sempre lucidissime.<br />
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Penso spesso, ultimamente, ai miei nonni, e alla loro vita. Hanno visto due guerre mondiali, e dopo le guerre hanno visto il mondo in cui sono nati sparire - letteralmente - sotto il cemento. Avevano forse nostalgia della loro giovinezza, ma non erano attaccati a un'idea di mondo - così tante idee di mondo avevano visto passare sotto i loro occhi, che avevano capito che forse non era il caso di attaccarsi troppo a qualcuna. Non esisteva l'idea del posto fisso, e neanche quella opposta del "far carriera". Gli ospedali erano l'<i>extrema ratio</i>, si nasceva e si moriva in casa, e la stragrande maggioranza non arrivava alla licenza di quinta elementare. I matrimoni duravano sì e no quattordici anni, proprio come adesso, non perché ci si separava ma perché uno dei due moriva giovane, e il figlio maschio aveva più diritti e possibilità delle figlie femmine.<br />
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Hanno avuto una vita difficile, ma hanno trascorso una vecchiaia serena. E lunga. Penso spesso a loro, non solo con affetto, ma chiedendomi se la mia traiettoria di vita sarà in qualche modo simile alla loro, e in quali passi ricalchiamo quelli che loro stessi hanno compiuto.</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-41252509582031584842012-11-21T22:12:00.001+01:002012-11-21T22:12:20.094+01:00Abbiamo giocato a Wonderbook: ecco com’è andata a G come Giocare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Come vi avevo anticipato, sabato siamo andati tutti a <b>G come Giocare</b>, l’ormai annuale fiera del giocattolo a Milano. E siamo andati con uno scopo ben preciso, ossia approdare incolumi allo stand Sony per provare il nuovo gioco della <b>PS3, Wonderbook </b>– Il libro degli Incantesimi.<br />
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Gli incantesimi, manco a dirlo, sono quelli che si fanno a Hogwarts, ed essendo da queste parti grandi appassionati del maghetto e di Colui che non può essere nominato, il successo del gioco era abbastanza assicurato. Wonderbook è una nuova periferica per PS3, per utilizzarlo è necessario possedere la console (!), mentre il “pacchetto” Wonderbook comprende il controller di movimento Play Station Move e la telecamera. Sfogliando il libro, e muovendo il controller sulle pagine, <b>i bimbi si vedono in TV</b>, completamente immersi nella magia di Hogwarts.<br />
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Ecco Junior alle prese con l’incantesimo della levitazione:<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-G6nGbwssZI4/UK1BaSVpKaI/AAAAAAAAAYM/ZUVQsZ4J6fY/s1600/wonderbook_milanolorenza01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-G6nGbwssZI4/UK1BaSVpKaI/AAAAAAAAAYM/ZUVQsZ4J6fY/s1600/wonderbook_milanolorenza01.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Junior alle prese con il controller-bacchetta magica</td></tr>
</tbody></table>
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La tecnologia della <b>Realtà Aumentata</b>, cioè la possibilità di rivedersi nello schermo, è sicuramente uno degli aspetti più innovativi e intriganti di questo gioco. In effetti non c’è la percezione del device, ma la percezione di ciò che si vede nello schermo, che è ben altra cosa. Ecco come (e dove) si vedevano i miei figli, nella confusione totale della Fiera:<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-dzAegclfeVA/UK1B-ZsjkcI/AAAAAAAAAYY/m-VIQE4HzZE/s1600/wonderbook_milanolorenza03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-dzAegclfeVA/UK1B-ZsjkcI/AAAAAAAAAYY/m-VIQE4HzZE/s1600/wonderbook_milanolorenza03.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vingardium Leviosa</td></tr>
</tbody></table>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Sv_mwz7woyM/UK1B_GjzJ5I/AAAAAAAAAYg/W1WPDpICjc8/s1600/wonderbook_milanolorenza04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Sv_mwz7woyM/UK1B_GjzJ5I/AAAAAAAAAYg/W1WPDpICjc8/s1600/wonderbook_milanolorenza04.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ecco come appaiono in TV controller e libro</td></tr>
</tbody></table>
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<div class="MsoNormal">
Mentre i bimbi giocavano, ho potuto chiacchierare con
<b>Serena, Sara e Linda</b> della loro esperienza di <a href="http://dicelamamma.it/" rel="nofollow" target="_blank">Dicelamamma.it</a>, il nuovo progetto
editoriale al quale stanno collaborando, con un occhio particolare alle nuove
tecnologie e alle domande e alle sfide davanti alle quali i nostri bimbi ci
pongono ogni giorno: quante volte dire “Sì, ok, puoi giocare con il videogame”?
Quante ore davanti alla TV con la console accesa? Quante app possono scaricare?</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Per fortuna, a G come Giocare non abbiamo avuto questo problema:
i bimbi che volevano provare il gioco erano così tanti che il tempo era
necessariamente limitato, senza neanche bisogno di attivare il timer del forno.</div>
</div>
lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-74282025809549682172012-11-20T10:08:00.001+01:002012-11-20T10:20:14.385+01:00Di mamme e scuola a casa sui diritti dell'infanzia. Un post sconsclusionato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">Oggi è la giornata per i diritti dell'infanzia.<br />
Ieri sera, in un momento di rara lucidità temporale (non so voi, io faccio fatica a collocarmi nel tempo, ultimamente, sono convinta che sia mercoledì e invece è giovedì, mi sembra ottobre e siamo alla metà di novembre, incontro una coppia di amici e chiedo: "La bimba compie due anni a gennaio, vero?" e loro "No, veramente ne compie tre", e via di questo passo) mi sono ricordata che oggi è la giornata dei Diritti dell'Infanzia.<br />
<br />
Non potevo fare a meno di pensare ai bimbi di Gaza.<br />
E non capisco perché i diritti per l'infanzia sono argomento per bambini di scuola materna e (al massimo) prima elementare, e poi basta, non se ne parla più (insomma, quantomeno è quello che è successo ai miei figli). Forse perché sono un argomento sconveniente. Mah.<br />
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"Junior, che dici, in quinta elementare per caso avete parlato di Gaza, oggi a scuola?"<br />
"No mamma, perché?"<br />
"Mah, perché oggi hanno sparato dei razzi e sono morti dei bambini..."<br />
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E ok, mi immagino già la metà di voi con il cellulare in mano pronti a chiamare Telefono Azzurro. Ma come gliela spiego io, questa storia, ai miei figli?<br />
<br />
"E' una storia lunga... Vi ricordate cosa diceva il Vangelo di ieri?"<br />
Junior: "Ah sì, benissimo"<br />
Piccoletta: "No, io non ho ascoltato"<br />
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Indovinate chi ha azzeccato la risposta giusta.<br />
<br />
"Giusto Piccoletta, la storia del tempio. Quando è stato distrutto il tempio di Gerusalemme?"<br />
<br />
Junior: "Quando i Romani hanno invaso i Babilonesi che avevano deportato gli Ebrei"<br />
Ecco, questo è il risultato di due anni di studio della storia alla scuola primaria, dopo aver passato un anno a vivisezionare dinosauri e l'anno dopo a scervellarsi sulle mummie. <br />
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"No, dunque, ehm, non è andata proprio così...."<br />
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Va bene, l'abbiamo presa un po' alla larga, e dopo essere arrivati ad Anna Frank abbiamo perso le fila del discorso. Come nel migliore programma scolastico, dove non si arriva mai oltre il 1946.<br />
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E quindi. Oggi è la giornata dei diritti dell'Infanzia, non ho video che riassumano in dieci minuti la storia della Palestina (ma servirebbero, così, come compito di massima semplificazione che noi non riusciamo a fare ma che viene così bene agli anglosassoni), non ho video del Tg. Ho trovato solo questo, che mi piace molto<br />
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<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Y8m31naPjjM" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-57660901452413689582012-11-14T22:49:00.000+01:002012-11-14T22:49:18.619+01:00#Dicelamamma: Volevo solo G come giocare, e F come Fare Incantesimi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-_EVQKObyGAY/UKQO254zz9I/AAAAAAAAAX4/v7S2P6Azc9I/s1600/Theatre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="http://1.bp.blogspot.com/-_EVQKObyGAY/UKQO254zz9I/AAAAAAAAAX4/v7S2P6Azc9I/s320/Theatre.jpg" width="450" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Wonderbook: Il libro degli Incantesimi per Playstation 3</td></tr>
</tbody></table><br />
C’è un periodo, nella vita delle mamme, in cui: "Mamma, giochiamo con le macchinine?", "Mamma, giochiamo a Barbie?", <b>"Mamma, giochiamo?"</b>. Ricordo le mezz’ore a far rotolare la palla di spugna sul pavimento, quando stavano seduti ma non gattonavano ancora; i pomeriggi al mare a giocare con le macchinine, quando papà è a far dormire la più piccola ma il grande non ne vuole sapere; i puzzle fatti insieme, quando aspetti che sia lei a mettere il pezzo al posto giusto, e fai il tifo; i pianti, quando "Mi spiace, ma la mamma non ha proprio tempo".<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><br />
Poi, pian piano, <i>nessuno più chiede alla mamma di giocare</i>.<br />
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Com'è, 'sta storia, che nessuno chiede più alla mamma di giocare?<br />
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Iniziano i giochi con gli amici, le partite all’ultimo videogame, la collezione di figurine, il gioco di fantasia con i personaggi della saga preferita, i libri, i fumetti e i disegni.<br />
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Ma la mamma non si perde certo d’animo, quest’anno vi frega tutti e sabato va a <b>G come Giocare</b>. Ci va con le sua amiche di <a href="http://www.dicelamamma.it/" target="_blank">Dicelamamma</a> e va a scoprire un nuovo gioco, anzi no un libro, anzi no un’avventura. Un videogioco che è un libro ma che sembra un’avventura pazzesca – e infatti si chiama <b>Wonderbook</b>.<br />
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“Sabato andiamo in Fiera, proviamo il gioco de <i>Il libro degli Incantesimi</i> di Harry Potter, ti va Junior?”<br />
“Wow mamma che bello! Il gioco per la <b>PS3</b>!!”<br />
“Scusa Junior, ma come fai a saperlo?”<br />
“Ma mammmaaaaaaaa, ho visto la pubblicità in TV!!”.<br />
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Bimbi, fate i bravi. E fatemi giocare per prima.<br />
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</div></div>lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7092037757372576192.post-888021458132592882012-10-22T19:11:00.000+02:002012-10-23T10:53:33.049+02:00Al lupo, al lupo! Prima Puntata. Il caso omeopatia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-deBjx_DG_Ag/UIV6WmfULlI/AAAAAAAAAXk/yfhqhdOJNLg/s1600/attenti-al-lupo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="393" src="http://2.bp.blogspot.com/-deBjx_DG_Ag/UIV6WmfULlI/AAAAAAAAAXk/yfhqhdOJNLg/s640/attenti-al-lupo1.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Illustrazione di <a href="http://www.associazioneillustratori.it/gallery09.php?id=93&img=19" target="_blank">Barbara Vagnozzi</a></td></tr>
</tbody></table><br />
Tempo fa sono stata invitata, insieme ad altre mamme, a trascorrere una mattina in <a href="http://www.boiron.it/" target="_blank">Boiron</a>, l'azienda che produce medicinali omeopatici. Resoconti dettagliati e/o riflessioni sulla mattinata sono <a href="http://managerdimestessa.com/2012/10/08/lomeopatia-funziona-o-no/">qui</a>, <a href="http://www.mammain3d.com/2012/10/omeopatia-mamme-e-bambini.html">qui</a>, <a href="http://robedamamma.wordpress.com/2012/09/28/le-mamme-e-lomeopatia-una-giornata-in-boiron/">qui</a> e ancora <a href="http://centopercentomamma.blogspot.it/2012/09/boiron-e-la-mia-omeopatia.html">qui</a>. E sicuramente su altri blog che in questo momento sto dimenticando.<br />
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><br />
Senonché, ancora prima di esprimere il mio (fondamentale, direi) pensiero sulla vicenda, sono incappata in un post piuttosto feroce di <a href="http://www.cosmicmummy.blogspot.it/2012/10/mamme-blogger-omeopatiche.html">CosmicMummy</a>. Senza nemmeno aver proferito una sillaba, quindi, sono stata classificata come un'"ingenua". Raccontando l'accaduto, a cena, ho dato il là a una vivace discussione tra la sottoscritta e una fisica che fa ricerca applicata. Le argomentazioni portate dalla mia amica erano perfettamente coerenti con lo standard scientifico di riferimento: la diluizione è eccessiva, è solo zucchero, l'omeopatia non cura niente di serio che possa essere definito malattia. Ergo, è inutile. Quindi, dannosa. Perché poi le persone ingenue (mumble... Dove l'ho già sentito, recentemente, questo termine?) pensano di poter curare i tumori con l'omeopatia, come quello là, ve lo ricordate (come caspita si chiamava?!?). Nessuna evidenza scientifica.<br />
<br />
Questo atteggiamento mainstream mi ha fatto molto riflettere, perché a parer mio contiene al proprio interno una serie di assunti errati, e di verità che vengono date per negate.<br />
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1. L'omeopatia non cura niente di serio. Vero. Nessuno (mi auguro) tra chi si occupa di omeopatia ha mai affermato il contrario. Con l'omeopatia NON curiamo i tumori, non curiamo la broncopolmonite, non curiamo un sacco di cose. Ma curiamo la tosse, contribuiamo ad alzare le difese immunitarie, alleviamo il mal di pancia dei dentini che crescono o del pomeriggio che arrivano a casa da scuola con quel mal di pancia lì, che non è niente, curiamo gli occhi arrossati, tentiamo di rendere meno fastidiose le punture di zanzara e non so cos'altro perché la mia esperienza si ferma qui. Ho scoperto che con l'omeopatia è possibile aiutare nell'allattamento (e sa il Cielo quanto sia fatico allattare, ma no, non si può dire), nel combattere la nausea da chemio, e altre amenità del genere. La scienza non le considera malattie? Non mi scompongo. D'altronde io sono quella convinta che l'influenza ti viene quando glielo permetti tu, e che la psicoterapia può essere un'alleata nella cura dei tumori. Ma mi piacerebbe sapere allora qual è la definizione scientifica di malattia. Davvero.<br />
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2. L'omeopatia è inutile, quindi dannosa, quindi non bisogna parlarne. Più o meno, quello che accade nel nostro Paese. E così arriviamo al motivo per il quale ho intitolato questo post "Al lupo! Al lupo! Prima puntata". Perché in questo post, e nel successivo, affronterò alcune riflessioni innescate dal docu-film <a href="http://www.youreporter.it/video_Al_Qaeda_Al_Qaeda_presentazione_del_docufilm?fb_action_ids=517827248230298&fb_action_types=og.recommends&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=" target="_blank"><i>Al Quaeda! Al Quaeda!</i> </a>che, come sapete, ho visto la scorsa settimana. Nel libro e nel docu-film vengono ricostruiti i processi di delegittimazione che portano alla diffamazione di un soggetto: nel film c'è un esempio di delegittimazione condotto anche (persino!) attraverso il programma TV <i>Le Velone</i>, e non dico altro. Siamo abituati a considerare la delegittimazione, o la diffamazione, come un attacco esplicito, diretto, a viso scoperto. Ho capito che invece, molto più frequentemente, la delegittimazione sui mezzi di comunicazione non passa solo attraverso le notizie del telegiornale, o i titoloni della prima pagina del quotidiano, ma attraverso la costruzione variegata di un pensiero mainstream nei servizi di cronaca "minore" (chiamiamola così, anche se chi guarda certa TV non si nutre di altro), al programma d'intrattenimento, alla battuta nello show serale, al post anonimo, all'attacco del signor Nessuno. Ne ho dedotto che la vera capacità critica nell'utilizzo e nel consumo dei media, allora, non sta tanto nel soffermarsi sui contenuti ("Sei a favore a contro l'omeopatia?!?" "E' scientifica o no?!?") ma sulla de-costruzione del pensiero corrente, del pensiero mainstream. Qui, come ovunque. (E comunque qui vale la regola: funziona, la uso. Non funziona, cambio. Io che non ho interessi da difendere, non vedo dove stia il problema e la paura.)<br />
<br />
2. La medicina è una scienza. Io non so quando la medicina sia diventata una scienza, dato che per molti secoli è stata un'arte. Ma su questo concetto di "medicina come scienza" vorrei soffermarmi due secondi. Perché, in proposito, ho una grossa domanda che mi frulla in testa da quando sono stata coinvolta in questa vicenda di mamme ingenue che pensano di scroccare il pranzo alla Boiron e poi farla franca.<br />
E la mia domanda è proprio questa: la medicina è una scienza - una scienza esatta? O, meglio, come può la medicina essere una scienza esatta, quando lo stesso standard ottiene effetti differenti su due pazienti diversi? E' uno dei due pazienti che è "sbagliato"? Avendo vissuto sulla mia pelle l'incapacità, da parte dei medici, di affrontare il fallimento dei propri sforzi, e l'incapacità di accompagnare una persona verso la fine della propria vita, invece che accanirsi contro la malattia, questa domanda mi frulla in testa da un bel po', ma solo ora ho avuto l'occasione di tirarla fuori. Quindi, cari amici medici e non, fatevi sotto. Che io una risposta la cerco davvero.</div></div>lorenzahttp://www.blogger.com/profile/04602809226536342294noreply@blogger.com11