martedì 25 gennaio 2011

Una bimba e la questione di genere (il futuro nelle mani di mia figlia)


Ci sono cose su cui Piccoletta si impunta con un piglio degno del suo nome e davvero encomiabile.
Come, per esempio, davanti al campo da calcio che brulica di bambini di otto anni tutti rigorosamente di sesso maschile.
"Mamma, ma sono TUTTI maschi?"
"Sì, amore"
"Ma perché non ci sono le FEMMINE?"
"Mah... In questa squadra non ci saranno bambine che vogliono giocare a calcio... Il calcio non è uno sport che piace molto, alle bambine"
Non la vedo convinta.

"... E quindi, cinquecento anni fa gli uomini..."
"Mamma!"
"Dimmi Piccoletta"
"Perché solo gli uomini?!? E le DONNE?"
"Ma no nana, è un modo di dire che..."
"Ma PERCHE' solo gli uomini si dicono? E le donne?"
...
Lunghissima questione.
Ma Piccoletta ha tutte le ragioni del mondo.

"Sì nana, in effetti bisognerebbe dire GLI UOMINI E LE DONNE. Così ti piace?"
"Ecco, così sì".

Buona strada Piccoletta, mi sembra che gli inizi siano più promettenti di quelli della sottoscritta.

mercoledì 19 gennaio 2011

L'intellettuale e l'empirica: parametri educativi a confronto

Il post di oggi di M di Ms mi dà lo spunto per un post che volevo scrivere da un sacco di tempo, e che è una riflessione semiseria sulle grandi domande dei bimbi e sulla grande differenza che ogni bimbo porta con sé.

Mio figlio, l'intellettuale.
Mio figlio, all'asilo nido, era stato ribattezzato dalla sua maestra "l'intellettuale della classe": un bimbo silenzioso, tranquillo, che arrivava, andava a prendere i libri e si metteva a "leggere". Al secondo anno di asilo, avendo un nonno in cielo (mio padre), ha iniziato a domandarsi e a domandarci cosa volesse dire, e dove stava poi 'sto benedetto cielo dove stava il nonno. A cinque anni ha passato un anno a elaborare il concetto di infinito. Per lui l'"oltrecielo" (comunemente detto Paradiso) è, come dire, un "dato di fatto": non ne ha mai posto in questione l'esistenza, così come l'esistenza di Dio o il fatto che Gesù fosse figlio di Dio. Insomma, quei concetti religiosi fondamentali che abbiamo deciso di trasmettergli, insieme all'educazione religiosa che abbiamo scelto per lui.

Mia figlia, l'empirica.
Una delle massime disperazioni di mia figlia è di essere la più piccola, perché sarà anche l'ultima a morire (abbiamo cercato di spiegarle che non è così matematico, ma non c'è verso). Un giorno mi ha chiesto dove fosse il nonno. "In cielo", le ho risposto, pensando che la risposta potesse essere sufficiente, come era stato per il primogenito. Niente da fare, 'sto benedetto cielo oltre il cielo proprio non lo capiva. "E come faccio a vederlo?" "Non si vede" "Ma se non si vede come fai a sentirlo, il nonno?" "Lo senti qui", e le ho indicato ilo cuore. Si è messa a strillare come una forsennata "Noooooooonnnnnno" all'altezza del mio sterno. Eravamo in un ristorante. Che in Chiesa ci sia Gesù è pura fantascienza, per lei. E l'ultima volta ha avuto da ridire sulla raccolta delle offerte durante la Messa ("Ma se noi diamo i soldi a loro poi noi rimaniamo senza soldi e loro si prendono tutti i soldi"... Come darle torto?). Stiamo leggendo un libro su Ulisse, e giusto ieri sera mi ha chiesto che fine hanno fatto Zeus e compagnia bella. Sono morti? Ma non erano dèi? (su questo punto ho avuto non poche difficoltà, lo ammetto).

Queste differenze mi colpiscono molto, e trovo che siano una sfida molto intrigante soprattutto per me, che condivido l'approccio del primo e mi divertono le domande e le osservazioni della seconda. Non ho risposte per tutto, sebbene in materia filosofico-religiosa mi rendo conto di averne per una buona parte. Quello che più mi spaventa, però, sono i genitori che vogliono decidere per i loro figli in modo ultimativo e senza alcuna capacità di confronto e dialogo (persino con il proprio partner): anche io ho deciso che tipo di educazione impartire ai miei figli, per carità. Ma vorrei che questa educazione fosse rispettosa delle persone che diventeranno, anche (qui lo scrivo e poi nella pratica sicuramente lo negherò) se non dovessi condividere le loro scelte. Quello che vorrei essere, come madre, è essere quella che racconta loro le scelte che ha fatto e le risposte che si è data finora, e se non ha risposte, avere almeno il coraggio di dire "Non lo so". Magari poi me le vado a cercare su un bigino.

P.s. un ringraziamento ufficiale alla Grande Nonna che è a prendere i bimbi, mentre io scrivo questo post. Di L., nel frattempo, si sono completamente perse le tracce nella nebbia della Pianura Padana


domenica 9 gennaio 2011

Vacanze a Meda

Domani iniziano ufficialmente le vacanze di L.
L. è la tanto odiata babysitter dei miei figli, odio fomentato all'occasione dall'Ing. (in genere, quando va sul balcone e si accorge che L. ha spostato i suoi vasi, o quando non trova qualcosa per casa).

L. non è una cima, non è neanche brava, a dirla tutta.
Qualche volta dimentica cose per casa, qualche volta dimentica i miei figli in giro.
Ma: L. è stata preziosissima, in questi ultimi 7 mesi.

E così, tra la dodicesima e la tredicesima, L. approccia l'argomento:
"Io dal 10 gennaio al 5 febbraio vado in vacanza, signora"
Ma come può una pensare di iniziare le ferie il 10 gennaio?
"Ah, vai nelle Filippine, beeeeeene"
Sempre, sempre essere empatici e cercare di mettersi nei panni degli altri
"No, vado a Meda"

La mia faccia ha percorso tutte le espressioni dall'incredulo al riso isterico, passano probabilmente per il mo' t'ammazzo. Mentre il mio cervello inizia freneticamente a incasellare giorni, cancellare i nonni assenti dalle possibilità di salvezza, ripassare gli spostamenti e gli umori di Grande Nonna, suonare il campanello d'allarme, ricordarmi della scadenza di fine gennaio, fare mente locale sui miei spostamenti, pensare alle pulizie di casa, calcolare quanti giorni sono dal 10 gennaio al 5 febbraio...

"A Meda?!?!"
Prendo tempo, respiro profondo, sempre sempre essere empatici
"Sì, mia cognata va nelle Filippine e io vado a casa sua a dormire. Io stanchissima perché figli si svegliano alla mattina alle 5.30 .... (la mia mente completamente obnubilata perde pezzi di discorso)... .... .... E quindi io ho bisogno di dormire e vado a Meda"
Ok, don't panic. Ottimizziamo
"Senti ma..... (Una volta che hai dormito per tre giorni di fila, ndr) non puoi prendere il treno e venire a Milano un giorno alla settimana, uno solo?" (con sguardo supplicante mentre appiccico mentalmente post-it su tutti gli altri giorni della settimana)
"Uhm.... Beh.... Va bene, sì"

Ecco, nelle prossime quattro settimane, sappiatelo, se scriverò un post a settimana sarà solo grazie al buon cuore di L.

lunedì 3 gennaio 2011

2011, un colore: grigio (un po' sfigopendulo, ma in quella tonalità tortora che fa molto chic)

Se devo pensare ad un colore per questi giorni e per questo passaggio di 2011, lo penso grigio tortora: neutro.

Il primo capello grigio.
Il cielo grigio di Milano in questi giorni, dove abbiamo deciso di rimanere per tutte le vacanze, suscitando sicuramente molta disapprovazione e un po' di compatimento per "quei poveri bambini". E chissenefrega.
Una ripartenza di lavoro grigia, senza slancio.

Molta stanchezza, molta voglia di starsene sola e molte chiacchierate in cucina con amici che non vedevo da tre mesi o anche più, conoscere una bimba di un anno, un capodanno casalingo semplice e bello con gli amici delle vacanze al mare, con cui stare è sempre divertente, e rilassante, e mai banale.

Il dolore di un amico, che non ti lascia indifferente nonostante le apparenze. Un dolore che conosci bene.

I buoni propositi e i desideri realizzabili. Avrei desiderato che il 2011 fosse un anno easy, facile, di quelli che scivolano via senza complicazioni e tutti colorati. Invece sarà inevitabilmente un anno di decisioni, e di presa in carico delle responsabilità che ogni decisione comporta (lo dicono pure gli oroscopi). E non saranno decisioni colorate. Ma sarà anche un anno malleabile, e una tavolozza che, chissà, finirà per essere molto colorata. O grigio tortora ancora, che comunque fa molto chic.

Intanto iniziamo con il primo contest del 2011: a voi svelare l'esimio autore dal quale è tratto un vocabolo saliente del titolo di questo post. Fatevi sotto!