martedì 9 marzo 2010

La morale della favola



Spesso mi hanno accusato di dover trovare una morale della favola a tutti i costi.
Io, però, ho questa fissa di trovare un senso, alle cose che mi succedono (che forse c'era una canzone che diceva più o meno così, ma non ricordo).

Gennaio e Febbraio sono stati due mesi di caos puro - e poco calmo.

Ad un certo punto, anche il caos tocca il suo vertice, in episodi apparentemente di poco conto, quei secondi che scivolano via veloci in una giornata ma che ti restano dentro per tutta la vita (come dire, Joyce le chiamava epiphany, per intenderci).

Sono attimi.
Ma sono attimi in cui capisci e senti cose che sapevi da mò.

E così, in questo ultimo attimo di epifania, ho pensato al Judo e al Tai-Chi.

La cosa che mi ha sempre veramente affascinato, di queste arti marziali, è la capacità di sfruttare la forza dell'avversario per sconfiggerlo, invece di contrastarlo direttamente. E' una disciplina fisica, ma è anche un atteggiamento mentale.

All'apice parossistico del caos, mi sono detta: "Ok, sapete che c'è? Ora io mi siedo qui, a braccia conserte, accanto al fiume che scorre. E vada come vada, tanto non muore nessuno."

Non mi dannerò più per stare dietro a tutte le richieste, non tenterò più di forzare gli eventi e cambiarli secondo uno schema mentale mio (o, peggio ancora, neanche mio), ma userò gli eventi per arrivare da qualche parte (ah ah, non chiedetemi dove, però!!)

Prendo quello che succede per quello che è, senza lasciarmi governare.
E se non lo governo, pazienza.
Ne sfrutto la forza, comunque.

Mi sono resa conto che ho passato troppi anni a tentare di mettere insieme le tessere in un recinto troppo piccolo per farcele stare tutte. Per cui, ho deciso di togliere le staccionate al recinto.

E funziona, eh.
Ti obbliga a un continuo esercizio mentale, e a chiederti come puoi utilizzare questa cosa senza contrastarla a priori. Ma la prospettiva cambia completamente.

Vedete, per esempio.
Questa mattina doveva arrivare alle 9 il nuovo angelo del focolare domestico - che 'sto focolare domestico, sono giorni che nessuno passa più l'aspirapolvere, per dire.
Voi l'avete vista?
Io no.
Siete riusciti a chiamarla sul cellulare?
Io no, il cellulare è spento.
Arriverà?
Boh.

Intanto, scrivo un post.
E mi chiedo se questo nuovo atteggiamento mi porterà all'illuminazione, o dal dottore con un'ulcera perforante.

7 commenti:

digilabfoto ha detto...

..non e' tanto che ti seguo ma quello che scrivi e' la sacrosanta verita'!!!...anche io a volte penso di non farcela a stare dietro a tutto e arrivo poi ad un punto che mi fermo e dico ma vaf....anche se con 3 figli me lo posso permettere poche volte!!!! certo questo atteggianmento non ti porta all'illuminazione ma ti fa staccare un po la spina e almeno riprendi un po il fiato....cia buona giornata elena

Fosca ha detto...

Niente da fare: sei una grande! Panta rei, che se tanto non scorre, non sei tu che puoi spingerlo... Un abbraccio downshifting da tutti noi!

Chiara Trabella ha detto...

Brava. Finché ce la fai... ;-)

lorenza ha detto...

@elena: sì, in realtà è un po' diverso, nel senso che non smetti di avere obiettivi e scadenze e responsabilità, è solo una diversa assunzione di responsabilità... Comunque, in bocca al lupo per i la vita quotidiana con 3 figli!!! ;)
@Mamma F: già, mamma mia quanto tempo che non riflettevo sul panta rei!
@Lanterna: vediamo, eh, quanto dura...
@Silvietta: evvabbe', infatti a dirla tutta domani arriva l'angelo del focolare che avevo tenuto di backup! Utilizzare la forza del nemico significa anche intuire dove andrà a colpire, e senza scomporsi attuare la contromossa... Che eleganza, le arti marziali, eh?!? ;)

valewanda ha detto...

guarda, se riesci dimmi poi il segreto visto che io, che appunto ho la polmonite, secondo me la sono fatta venire proprio perché non sono capace di fare così.

Sara Salvarani ha detto...

Ommamma che brava!+Io ci provo ogni tanto...duro un po' poi ci ricasco.
Ma magari il tuo post me lo salvo e ci riesco se lo rileggo ogni tanto...

lorenza ha detto...

@Vale e roccajuba: no, non sono brava, sono disperata, è diverso!!
;-)