martedì 28 luglio 2009

Alice nel Paese del Bricolage


Alice cominciava ad essere veramente stufa di quella cameretta ingombra di giochi. Una o due volte aveva provato a immaginare come sarebbe stata, altrimenti. «Che me ne faccio ormai di una cameretta per i bambini senza scrivania?» pensava Alice.

Ma oltre alla scrivania da aggiungere, alla cassettiera-fasciatoio da togliere, al garage delle macchinine e alla cucina da mettere via, alle mensole da cambiare, alla parete vicino alla finestra da sistemare, al nastro decorativo da togliere sa il cielo come, c'erano gli orrendi infissi a cui pensare.

A dire la verità non era possibile pensare molto, perché gli infissi avrebbero dovuto essere cambiati, e Alice si sentiva tutta perplessa: adesso si stava domandando se valesse la pena cambiarli, o semplicemente cercare di sistemarli alla bell'e meglio, quando ecco che improvvisamente le passò proprio davanti un Coniglio del Bricolage con gli occhi rosa. La cosa non sembrò tanto strana, ad Alice.

Pensò che con tre giorni di lavoro avrebbe rimesso a nuovo la cameretta. Un istante dopo Alice si infilava al Castorama dietro di lui: non le venne neanche in mente di chiedersi come avrebbe fatto poi ad uscire da quel posto.

Appena entrata da Castorama, Alice si trasformò in un essere piccolo piccolo: osservava con meraviglia latte, barattoli, viti, stucchi di ogni tipo, pannelli in prosalacippalene per isolare, fogli di sughero a volontà, lana di roccia che le sembrava davvero troppo. Caricò tutto quanto in macchina, e felice si diresse verso casa.

La mattina seguente, Alice si mise al lavoro di buzzo buono. Il Coniglio del Bricolage le aveva assicurato che, ad isolare il cassettone della tapparella, ci si metteva un'ora. Iniziò a prendere le misure, cercò taglierino e seghetto, si mise a tagliare e ad incollare con la colla millechiodi su cemento e legno. Stese i foglio di sughero, tagliò e incollò. Guardò dubbiosa gli spifferi rimasti e pensò che forse avrebbe dovuto prendere anche la lana di roccia. Sospirando, prese lo stucco per vetri, e iniziò a sistemare la finestra. Aprì il pacchetto della carta vetrata per ferro, e la passò sul termosifone, chiedendosi come avrebbe fatto, poi, a togliere tutta la polvere che cadeva dietro il termosifone. Infine, prese il tubetto del silicone e cerò di tappare gli spifferi sotto la finestra. Si chiese se non fosse il caso di fissare anche lo zoccolino, ma poi decise di lasciare perdere.

Cercò di difendersi dalla colla millechiodi, dal silicone e dallo stucco per vetri che si erano incollate alle mani, in strati multipli, e dalla polvere che si era infilata sotto le unghie. Capì che probabilmente doveva tornare al Castorama, ad acquistare lo smalto bianco e grigio per le finestre e le porte, mentre tutte le latte le cadevano addosso dagli scaffali... e si risvegliò seduta al computer: mentre lei acquistava online la scrivania dell'Ikea che le avrebbero portato a casa e montato, un imbianchino nella stanza accanto stava dipingendo la finestra e le aveva lasciato il campione dei colori da mettere alle pareti.

«Oh, che strano sogno ho fatto!» mormorò Alice.

4 commenti:

chiara ha detto...

Oddio che incubo!!
Ho rimesso a posto anche io da poco la camera dei bambini, e il ricordo del mse scorso ancora mi perseguita!

Mamma Cattiva ha detto...

Vorrei farti fare un salto nella camera dei bimbi per mostrarti un coraggioso abbinamento di fuxia e arancio. Ancora imprechiamo ma Alice ne sarebbe fiera!
Mi sembra l'incubo del giorno prima delle nozze. Pensa al dopo, al dopo ;)

lorenza ha detto...

@chiara: ieri riflettevo su quanta spazzatura ha già "prodotto" un bambino "occidentale" di 7 anni (...)
@mammacattiva: contemplavo la parete in stato catatonico, e pensavo a un bel giallo ocra ;-)

valewanda ha detto...

purtroppo ho il blog fuori suo, se no ti racconterei quello che ho fatto in casa. E' da dieci giorni che faccio le tre di notte, ma il risultato è fantasmagorico... in totale, dieci volte da Castorama-brico, tre all'IKEA. A fine agosto, sperando che il problema sia risolto, racconterò...