"Ma se pioverà per tutto il ponte, cosa ci andate a fare sui bricchi dell'Ultima Spiaggia? Ma non potete stare a casa a riposarvi?!?" Così Grande Nonna, in mood funereo (evidentemente causato dalla puntata della sera precedente di Porta a Porta), accoglieva la notizia della decisione di andarcene via, per tutto il ponte molto milanese dell'Immacolata (che per i milanesi è il ponte di Sant'Ambrogio, ma si sa che i milanesi pensano che giri tutto intorno a loro), nonostante le infauste previsioni meteo, l'Ing. in trasferta non ambrosiana, le scadenze natalizie incombenti.
"Andiamo via, così siamo costretti a non far niente", mi sono sentita replicare.
A parte sabato, giornata meravigliosa (che la sottoscritta è riuscita a passare per una buona metà impegnata in un convegno a Genova), le funeste previsioni del meteo si sono rivelate incredibilmente esatte: pioggia domenica, lunedì e, guarda un po', anche martedì.
L'Ing. è dovuto rientrare in ufficio lunedì, lasciando la sottoscritta sui bricchi con i bimbi, a placare le ansie della Suocera e della Grande Nonna che hanno chiamato per assicurarsi che la sottoscritta potesse farcela, e che non fosse troppo in ansia.
E così, chiusi in casa con la stufa accesa in un paesaggio surreale in mezzo alle nuvole, mi sono ritrovata a stare completamente da sola con i miei bimbi per due giorni di fila.
E me la sono goduta da morire.
Mi sono goduta le loro liti, mi sono goduta ripetere a mio figlio di fare i compiti cento volte, dormire con loro nel lettone, sorbirmi le crisi isteriche di Piccoletta che non vuole nessuno in bagno perché deve farsi la coda da sola (e non ci riesce), andare a fare la spesa, sedermi ed aspettare finché il piccolo Ing. non si è allacciato le stringhe delle scarpe da solo, perché tanto non c'è fretta di uscire, gridare perché restino a tavola fino alla fine della cena, portarli al cinema a Genova sotto la pioggia (dandomi dell'incosciente, ad andare in giro con le creature in macchina su quella strada piena di pioggia, vento e tir, ma non diciamolo alla Grande Nonna né tanto meno alla Suocera), andare a prendere l'Ing. a Piazza Principe e sbagliare strada mentre i due se le suonano sul sedile posteriore, in piena enfasi celebrativa dopo la visione di Rapunzel (bellissimo).
Niente casa da sistemare, regali da fare, inviti per cena, pranzo e aperitivo, niente shopping natalizio, niente commissioni tintoria-cartoleria-spesa, niente lavoro in arretrato che, se ti guarda dal tavolo del soggiorno, come fai a non pensarci? Se fossimo rimasti a Milano a riposarci, sarebbe finita sicuramente così, in un vortice di "devo", "dovrei" e "sarebbe meglio se".
Perché qui bisogna fare così: bisogna obbligarsi a non far niente.
Sull'obbligarsi a non pensare a niente, sto ancora lavorando.
5 commenti:
V stimo un sacco e vi invidio altrettanto.
DaddyBear promette da 5 anni (senza contare il fidanzamento) dei wend disintossicanti e ivnece...corro più il sabato e domenica che durante la settimana.
Bello, davvero bella 'sta cosa...mi sa che ti rubo l'idea!
stesse intenzioni, riuscite al 50% (il bello di avere una famiglia "troppo" grande :))
peccato che avendo anticipato il rientro a Milano a mercoledì pomeriggio ho avuto tutto il tempo per farmi assorbire dai doveri lasciando Topolo diseducativamente a guardare la tv... e vabbè...
Anche io apprezzo i week end via, perchè non posso fare niente, almeno niente di quello che faccio in città e che mi pesa molto, mentre quando sono al lago mi sembra tutto più facile.
Ma che belloooo!! A me questo dolce far niente viene benissimo ;) è il marito che programma trenta cose in un pomeriggio solo... noi siamo andati in montagna con amici e visto che se non nevicava, pioveva ci siamo concentrati sul bob con le bimbe e sulle grigliate nel camino (fantastico)...peccato che visto che non si poteva fare niente siamo tornati martedì e dopo due ore di viaggio siamo andati a fare compere a 40 min di macchina da casa!
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