sabato 13 novembre 2010

La paranza, è una danza, che si impara nella latitanza...


Dopo quindici giorni di latitanza (e non solo dal blog, ma anche da casa), il minimo che puoi promettere a tua figlia è: "Sì tesoro, ti prometto che venerdì esci all'una, e nel pomeriggio andiamo all'Ikea a prendere tutte le candele profumate che vuoi". Nel frattempo ti sei completamente persa i passaggi attraverso i quali tua figlia cinquenne formula esplicita richiesta di andare all'Ikea a prendere le candele profumate, ma insomma, non è il caso di sottilizzare.

Giovedì mi chiama la persona con cui ho un impegno fissato per venerdì mattina.
"Scusa ma venerdì non riesco ad arrivare per la riunione alle 9:30. Possiamo fare nel pomeriggio?"
"Ehm... Veramente... Mi spiace, ma nel pomeriggio proprio non posso. Facciamo pranzo e riunione fino alle 3? Dopo, davvero, ho un impegno IMPROROGABILE"
"Va bene dai, per pranzo allora"

Giovedì compaio gloriosamente a prendere i miei figli, entrambi impegnati alla stessa ora in palestra fino alle 6 del pomeriggio (e non vi dico l'ansia di arrivare tardi!). Piccoletta mi vede, mi si getta al collo con un "Maaammmaaaaaaa" stile Anna dai Capelli Rossi e dopo pochi minuti, non so come, mentre aspettiamo che Piccolo Ing. finisca la lezione di scherma, scivoliamo di nuovo sul pericoloso discorso della gita all'Ikea a prendere le candele profumate.

"Allora, viene a prenderti la nonna all'una e poi la mamma arriva, accompagniamo Piccolo Ing. alla festa e noi andiamo a fare shopping"
"MAMMMMMAAAAAAAA MI AVEVI PROMESSO CHE VENIVI TU A PRENDERMI ALL'UNA!!!!!!!" e inizia un pianto dirotto, tipo Rémi posseduto.

Me la prendo in braccio e cerco di consolarla, con un interlocutorio "Vediamo, dai" che in genere con l'altro funziona ma che con lei non fa altro che peggiorare la situazione.

Piccoletta strilla come una iena, casomai qualcuno degli astanti non avesse inteso bene che: "MA TU MI AVEVI PROMESSO CHE VENIVI A PRENDERMI E ADESSO NON VIENI PIU'UUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!! ME L'AVEVI PROMEEEEEEESSOOOOOOOOOOOO".

Cincischio in coccole, mentre penso che non è vero che le avevo promesso che sarei andata io: le avevo promesso che sarebbe uscita all'una, ma questa è evidentemente una sottigliezza che Piccoletta non può cogliere.

Ci provo, mi sforzo, ma non riesco davvero a sentirmi in colpa. Dovrei?
Sto solo cercando di tenere tutti insieme, e poi il mio mantra è: "Vedrai che l'anno prossimo non sarà più così, sarò disoccupata"
Anche, se lo ammetto, in quel momento avrei preferito essere sull'isola di Ponza.


7 commenti:

Sara Salvarani ha detto...

Resisti.
I figli hanno una memoria elefantaca e se ricordano male una cosa il difetto è a vantaggio loro e riescono pure a farti venire i sensi di colpa.
Mica puoi farci nulla. Fai del tuo meglio come sempre e ne uscirai.

Anonimo ha detto...

i bambini sono bellissimi e crescono così rapidamente !!ciao un saluto Chiara

Federica MammaMoglieDonna ha detto...

Io penso che uno debba sentirsi sempre in pace con se stesso, se è così che ti senti, allora non te ne crucciare.
La mia sensazione è che la piccola senta la tua mancanza, ma io sto qui, quindi magari mi sbaglio!

lorenza ha detto...

@rocciajubba: il "problema" è proprio quello: io mi sforzavo, ma non riuscivo proprio a sentirmi in colpa!! Mi sono chiesta se è normale o se è terribile...

@Chiara-viaggiareconibambini: già... sic!

@MammaMoglieDonna: Piccoletta è una gran mammona (entrambi i miei figli lo sono, a dir la verità) e quest'anno sono stati duramente messi alla prova... Mah!

Chiara Trabella ha detto...

Tranquilla: nemmeno io riesco a sentirmi in colpa per certe cose. Secondo me è bene mantenersi sul confine tra "una promessa si mantiene" e "c'è bisogno di flessibilità".
Se invece di venirti a prendere io ti viene a prendere la nonna e comunque poi facciamo quello che ci siamo dette, che problema c'è?

Mammamsterdam ha detto...

Tranquilla, non mi sento in colpa (cioè, ci provo ed ho una grande psicologa che mi segue in questo) ma conosco talmente bene il meccanismo che non ho più il coraggio di promettere nulla di specifico. che alla lunga è frustrante.

Oppure tocca specificare talmente tanto: esciall'unaconlanonnaedopovengoioIkea, che in realtà i momenti in cui sei libera i figli li vorresti chiudere in cantina dotata di tutti i confort e tirarli fuori alla magigore età. Poi continuiamo a farci cose e meno male che la smettiamo di sentici in colpa. poi compenso leggendomi Soulemama.

lorenza ha detto...

@Lanterna: sulle promesse sono abbastanza talebana, se ho promesso qualcosa ai bimbi cerco di mantenerla, caschi il mondo. Però sui malintesi non riesco proprio... Sarà la mia allergia ai ricatti affettivi?!?

@Mammamsterdam: dici che fare promesse è una sorta di compensazione? Non so, io trovo che ai miei figli dia sicurezza sapere che ci sono degli impegni presi, e che questi impegni si mantengono. Per il resto, c'è la fase: "Oddio ho tempo libero devo stare con i miuei figli" e la fase "Vorrei solo avere cinque minuti per me". Dopo una settimana a casa, ho superato la fase 1 e sono entrata nella 2...