lunedì 14 giugno 2010

Non entrate in quel Pronto Soccorso


Ho capito perché le mamme non si mettono mai i tacchi: perché se ti piomba addosso improvvisamente una quattrenne che decide di lanciarsi dal muretto su di te, in un impeto di amore filiale, e tu indossi un paio di scarpe platform e tacco 10, non hai speranze.

E dato che l'istinto materno resiste pervicacemente anche su platform e tacco 10, nei due secondi di caduta pensi solo a proteggere l'infausta pargola dal pericolo, e quindi tenti un avvitamento carpiato, atterrando sul gomito e sul ginocchio. Ringrazi il cielo di non esserti rotta una caviglia, è vero. Ma ti ritrovi con un gomito dolorante. Per non parlare del fatto che vai in bagno a ripulirti e svieni come una pera cotta.

Gomito rotto? Mah, non sembra.

Il giorno seguente decidi dunque d'andare dalla Grande Ignava, la medica condotta. Tu NON vuoi andare al Pronto Soccorso. Ma con l'Ignava non c'è scampo: "Vada al Pronto Soccorso, così sistema tutto in una volta sola".

E quindi, vai al Pronto Soccorso del Grande Ospedale delle Ossa Rotte, che quello vicino a casa assiste unicamente infanti e puerpere, e di un gomito forse-rotto non se ne fanno proprio un bel niente.

All'orrendo Pronto Soccorso delle Ossa Rotte non si capisce neanche quale sia l'ingresso (forse perché davanti all'ingresso sono piazzati due cartelli luminosi di divieto d'accesso?): tutto ciò non è molto accogliente, né tanto meno bene augurante.

C'è un tendone rosso che non è un chiringuito, ma il luogo dove possono sostare le autoambulanze. C'è un ingressino minuscolo, una minuscola sala d'aspetto, una minuscola accettazione: avendolo appena risistemato, hanno chiaramente optato per una scelta minimal. Logico, no, per essere l'Ospedale delle Ossa Rotte più facilmente raggiungibile in città?

Dopo più di mezz'ora passo all'accettazione.
Dopo tre ore dall'accettazione sono ancora accasciata sulla sedia, senza che nessuno si sia degnato di dirmi nulla. Il mio gomito non è stato decretato urgente, quindi davanti a me passano stuoli di zoppi, padri di famiglia con l'anulare insaccato che non vogliono togliersi la fede e allora come si fa, poveri bimbi con fratture più o meno evidenti, una marea di vecchietti che tentano, con più o meno successo, di svenire nella saletta minimal dell'accettazione per passare davanti ai bambini.

Alle 17:35 io e un compagno di sventure (le ultime ruote del carro, giacché abbiamo un età compresa tra i 12 e 55 anni e non sveniamo né zoppichiamo) chiediamo notizie. Al mio compagno di sventura (un personaggio che viaggia con in mano un libro Come diventare filmaker, al confronto il mio tomo in francese su famiglia e lavoro fa ridere i polli) dicono che deve aspettare almeno 5 ore. Decidiamo per la fuga, lamentandoci sonoramente con gli astanti che ancora devono fare l'accettazione. "E' una cosa assolutamente indegna!", "Che mancanza di organizzazione" "Ma che ci mandino in un altro Pronto Soccorso, se non sono in grado!!", "Ditemi voi se il PS delle Ossa Rotte ha una sola sala per le radiografie!!!".

Inizia il compagno di merende
"Come si chiama?"
"Antonio San Gennaro"
"Ah, ma è parente del dott. San Gennaro?"
"Ma secondo lei se io fossi stato parente del dott. San Gennaro, stavo ad aspettare 4 ore senza concludere niente?"
"Ah, ma forse lei sta insinuando che i parenti dei medici passano prima?"

Ci manca solo la querelle parentale nella Sanità Italiana, mi intrometto all'istante: "Ma no, ma no, era una cattiveria del tutto gratuita... Posso firmare anch'io per andarmene?"

Intanto con Antonio San Gennaro commentiamo sottovoce: "Siiiii come se non sapessimo come funzionano gli ospedali"

"Come si chiama?"
"Lorenza La Sventurata"
"Ah, eccola. Allora abbandona?"
Ma che, stavamo giocando a poker?
"Sì, me ne vado"
Voglio andare a casa dai miei figli, ecco cosa voglio.
Osservo che digita qualcosa sullo schermo. Mi avvicino per leggere: La paziente decide di andare via
L'infermiere mi guarda con sguardo di sfida: "Va bene?"
"Mah, sì, più o meno. Buongiorno"

La paziente se ne va con gomito dolorante, esasperata e senza aver visto un medico in quasi 4 ore di attesa. Dato che la paziente reputa avere cose migliori da fare, tra le quali stare con i propri figli. E dato che la paziente reputa vergognoso che i pazienti vengano lasciati pomeriggi interi in sala d'attesa, attendendo chissà che.

Se poi il gomito è rotto, lo scopriremo solo vivendo, ma non grazie all'Ospedale delle Ossa Rotte. Diffidatene.

5 commenti:

Maddalena ha detto...

ahahaha mi hai fatto ricordare quando anche io sono andata nello stesso ospedale e ho aspettato circa 3 o 4 ore!! però non avevo ancora figli e mi ero fatta male andando al lavoro x cui ho atteso...
in ogni caso se stai male e non vuoi rivedere la medico condotto sono di Milano anche io e conosco molti medici (non famosi ma bravi ;)).

Sara Salvarani ha detto...

E io che mi lamentavo per le due ore e mezza per lo zampone!
Almeno mi hanno fatto la lastra e visitato in due...

M di MS ha detto...

Ma allora com'è finita? Poi ti sei fatta vedere da qualcuno?
La forchetta riesci a tirarla su? (ogni riferimenti a fatti e serate è puramente casuale).

lorenza ha detto...

@Maddalena: beh, ma almeno in 3 o 4 ore hai concluso qualcosa! Io non avevo neanche iniziato!
@Rocciajubba: ... al Pronto Soccorso di Speedy Gonzales? ;)
@M di MS: al momento attuale, non è ancora finita...
@Silvietta: benino, grazie cara, un po' monca, in effetti (per fortuna è il gomito sinistro!)

valewanda ha detto...

figurati, non sarei andata, non ci metto piede da anni... per me potevi andare in quello vicino a te che assiste puepere (dove ho partorito io), secondo me ti andava meglio...