venerdì 18 dicembre 2009

Flashback: una vacanza in Salento


Sto per spegnere il pc, scorro velocemente l'homepage del Corriere prima di andare a dormire. E leggo la notizia dei sette capodogli spiaggiati nel Gargano, con lo stomaco pieno di sacchetti di plastica.



Fa caldo.
Il cielo è azzurro, le pinete profumate, e il mare è blu.
Questa terra mi stupisce per la bellezza del suo mare, per la sabbia bianca, per le pinete che digradano verso la spiaggia, per le distese di ulivi e viti. Per il cibo, per il vino e per il sole.

E tutti i giorni, quando arrivo in spiaggia, mi incazzo.
Ma tanto, eh.
Bicchieri di plastica, sacchetti, posate rotte, pacchetti di sigarette, accendini, tappi di bottiglie, bottiglie. Campeggi abusivi nelle pinete. Camper che invadono i promontori. Casette costruite a ridosso delle antiche torri di avvistamento. Pattume abbandonato.

Il Salento è una terra meravigliosa: mentre mi stupivo per la bellezza del mare, e mi incazzavo, pensavo che in qualsiasi altra parte del mondo, il Salento sarebbe diventato famoso come le Maldive, per dire. Che non ha proprio niente da invidiare alle Maldive, e anzi ha una storia da raccontare. In Italia, è soffocato dall'ignoranza di un popolo (quello italico, appunto) convinto del fatto che seminare sacchetti e rifiuti in plastica sia segno distintivo di una ricchezza finalmente raggiunta. Per non parlare del fatto che seminare cemento pare essere segno di distinzione superiore, e costruire palazzi sulla spiaggia una sorta di benemerenza nazionale, oltre che un sacrosanto diritto.

"Mamma, guarda, ti ho preso un tappo!"
In mare c'era sempre qualche pezzo di plastica da portare via, che io prendevo senza pensarci, solo perché mio padre faceva sempre così. E anche la piccoletta, un bel giorno, è uscita dal mare con un tappo di plastica, piccolo regalo in mio onore.

Come vi immaginate questa terra? Se è vero, come disse Danilo Dolci, che ciascuno cresce solo se è sognato, voi come ve li sognate questi luoghi?
(...)
Chiedo alla mia terra se riesce ancora a immaginare di poter scegliere. Le chiedo se è in grado di compiere almeno quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, pensarsi libera. Non rassegnarsi ad accettare come un destino naturale quello che invece è opera degli uomini.

R. Saviano, La bellezza e l'inferno

Leggevo questo, in una delle spiagge più amate, dove (finalmente!!) anche la nostra piccoletta ha superato la paura del mare. Pensavo a noi, ai miei figli, e sì, anche ai capodogli.

7 commenti:

emily ha detto...

mio padre mi ha insegnato a camminare sulla spiaggia oppure in mezzo a un bosco e a raccogliere l'immondizia che trovo, soprattutto pezzi di vetri sulla sabbia.
una volta era davvero normale trovare un sacco di schifezze, ora ce ne sono molte meno, però al sud è davvero un macello, bisogna dire la verità.
nn so di chi sia la responsabilità, ma la raccolta differenziata al nord è una realtà di quasi tutti i paesi, al sud siamo all'inizio.

lorenza ha detto...

il problema, dal mio punto di vista, non è solamente la mancanza di raccolta differenziata ma è anche (soprattutto?) l'assoluta mancanza di senso civico. Il mare, i boschi, le montagne non sono "di qualcun altro", ma sono "mie", è mia precisa responsabilità che rimangano pulite: è così difficile arrivare a questa consapevolezza? E questo vale da Nord a Sud (i camperisti abusivi erano tutti lombardo-veneti, ho controllato le targhe! ;-)

emily ha detto...

parlo da camperista: odio i camper che affollano i parcheggi publici x giorni e giorni scaricando acque e immondizia, ma spesso i campeggi sono peggio di accampamenti e nn ci sono le elementari norme igieniche.
e lo dico xkè amo il sud, ma questo nn mi impedisce di vedere le cose x come sono.
e poi è umano che se trovi un posto pulito è più facile lasciarlo pulito, ma se lo trovi sporco è duro lasciarlo pulito.

valewanda ha detto...

è un post bellissimo Lorenza, carico di tutto, e purtroppo quando andavo in sardegna da piccola pensavo la stessa cosa. Forse, con l'andare del tempo, per fortuna lì qualcosa è cambiato... forse per il troppo amore da parte dei sardi per la loro terra, che a volte è un male ma in questo caso un bene...

lorenza ha detto...

@emily: condivido in pieno (tra l'altro mi riferivo a camperisti installati su un promontorio semi-roccioso dietro ad una torre saracena, sa solo il cielo come hanno fatto ad arrivare fin lì con il camper, non a quelli nei posteggi, che trovo una cosa molto più civile), rimane il fatto che a volte ci si sente in diritto di "trasgredire" semplicemente per il fatto che "si sa" di poterlo fare, che il contesto lo permette. Diventa un circolo vizioso dal quale non si esce mai: il posto è sporco e allora mi sento autorizzato a sporcare, un po' come: la scuola fa schifo e allora posso scrivere sulle porte dei bagni...
@valewanda: credo sia assolutamente un bene, e spero che riescano a salvare la propria terra dal cemento, lo spero davvero!!

Paola ha detto...

OT: domani sono in TV (raidue, 14.45), sperando di non soccombere allo stereotipo...
Paola

lorenza ha detto...

domani sono a roma, sperando di non soccombere alla neve...