Il motivo del brutto tempo che incombe su questo cielo azzurro è presto detto. Ieri sera sono andata al cinema.
"Cosa andate a vedere?" mi ha chiesto l'ingegnere
"Il film dell'Archibugi, Questioni di cuore"
L'ingegnere non ha detto nulla. Ma credo che abbia tirato un sospiro di sollievo, per non essere stato incluso nella visione del film.
Arrivo a scapicollo al cinema, cerco un posto per mettere la bici (perché uno dei problemi di Milano sono i posteggi per le bici, diciamocelo), mi accascio sulla poltrona del cinema. Inizia, non so niente di questo film.
Prima sorpresa. C'è Antonio Albanese. Che adoro. Seconda sorpresa. C'è Kim Rossi Stuart. Che è diventato un uomo (aka finalmente non solo bello ma figo davvero, e un bravissimo attore). Antonio/Alberto e Kim/Angelo si conoscono nel reparto di terapia intensiva dopo un infarto. Alberto è uno sceneggiatore, Angelo un meccanico. Alberto vive con una fidanzata dalla faccia triste che non ama più, Angelo è sposato da 14 anni (Micaela Ramazzotti, bellaebrava/bravaebella), in attesa del terzo figlio. Alberto fa mille domande, e parla sempre. Angelo non si chiede mai il perché. Alberto è divorato dall'ansia, Angelo ha visto il padre, meccanico come lui, morire d'infarto alla sua stessa età. Alberto è pieno di debiti, vive in affitto in attico sul Lungotevere, Angelo ha investito i suoi guadagni in appartamenti a Tor Pignatara, il suo quartiere.
E' una storia di amicizia, di paura di vivere, di congedi, di nuovi inizi, di destino e di fatalità. Poco più di un anno fa, pubblicammo una ricerca su questi temi, non ho potuto non pensare a tutte le storie raccolte in quel lavoro, alle persone che ho conosciuto, alla difficoltà di dare parola a sentimenti così intimi e indicibili.
E non ho potuto non notare il fuggi-fuggi generale, al termine del film, una consuetudine tipicamente milanese. Condita da una certa inquietudine, perché certi argomenti, si sa, sono diventati talmente privati che condividerli con altre duecento persone in un cinema è sempre un po' scomodo.
Usciamo, la serata è quasi primaverile. Saluto la mia Amica Ritrovata, e la ringrazio di nuovo per avermi preso sul serio, quando dicevo che "nessuno mi porta al cinema" (il mio solito pietismo) e aver organizzato questa serata. Me ne torno a casa, contenta come una bambina, con gli occhi azzurri di Kim Rossi Stuart e l'espressione di Albanese in testa. Perché la cosa bella, è che questo film fa anche ridere (con un cameo di Verdone che vale davvero la pena vedere). Ma non andateci con il vostro maritino, e capirete il perché.
"Cosa andate a vedere?" mi ha chiesto l'ingegnere
"Il film dell'Archibugi, Questioni di cuore"
L'ingegnere non ha detto nulla. Ma credo che abbia tirato un sospiro di sollievo, per non essere stato incluso nella visione del film.
Arrivo a scapicollo al cinema, cerco un posto per mettere la bici (perché uno dei problemi di Milano sono i posteggi per le bici, diciamocelo), mi accascio sulla poltrona del cinema. Inizia, non so niente di questo film.
Prima sorpresa. C'è Antonio Albanese. Che adoro. Seconda sorpresa. C'è Kim Rossi Stuart. Che è diventato un uomo (aka finalmente non solo bello ma figo davvero, e un bravissimo attore). Antonio/Alberto e Kim/Angelo si conoscono nel reparto di terapia intensiva dopo un infarto. Alberto è uno sceneggiatore, Angelo un meccanico. Alberto vive con una fidanzata dalla faccia triste che non ama più, Angelo è sposato da 14 anni (Micaela Ramazzotti, bellaebrava/bravaebella), in attesa del terzo figlio. Alberto fa mille domande, e parla sempre. Angelo non si chiede mai il perché. Alberto è divorato dall'ansia, Angelo ha visto il padre, meccanico come lui, morire d'infarto alla sua stessa età. Alberto è pieno di debiti, vive in affitto in attico sul Lungotevere, Angelo ha investito i suoi guadagni in appartamenti a Tor Pignatara, il suo quartiere.
E' una storia di amicizia, di paura di vivere, di congedi, di nuovi inizi, di destino e di fatalità. Poco più di un anno fa, pubblicammo una ricerca su questi temi, non ho potuto non pensare a tutte le storie raccolte in quel lavoro, alle persone che ho conosciuto, alla difficoltà di dare parola a sentimenti così intimi e indicibili.
E non ho potuto non notare il fuggi-fuggi generale, al termine del film, una consuetudine tipicamente milanese. Condita da una certa inquietudine, perché certi argomenti, si sa, sono diventati talmente privati che condividerli con altre duecento persone in un cinema è sempre un po' scomodo.
Usciamo, la serata è quasi primaverile. Saluto la mia Amica Ritrovata, e la ringrazio di nuovo per avermi preso sul serio, quando dicevo che "nessuno mi porta al cinema" (il mio solito pietismo) e aver organizzato questa serata. Me ne torno a casa, contenta come una bambina, con gli occhi azzurri di Kim Rossi Stuart e l'espressione di Albanese in testa. Perché la cosa bella, è che questo film fa anche ridere (con un cameo di Verdone che vale davvero la pena vedere). Ma non andateci con il vostro maritino, e capirete il perché.
7 commenti:
aaagghhh! un post con lo spoiler!!!
sospendo la lettura perchè voglio andare anch'io a vedere la Archibugi senza saperne niente.
poi torno e condivido le impressioni. ciau
vabbe', non sono stata abbastanza lasca, ora correggo il tiro. ma non è come credi, comunque... a parte tutto, stileremo un premio ai mariti che vanno a vedere questi film, il mio mi rinfaccia ancora un paio di titoli tra i quali "L'estate del mio primo bacio", visto in DVD, peraltro!
fantastica, sul mio nlog c'è un post come il tuo! Io l'ho visto ieri sera, la prossima volta ne vediamo uno insieme, se ti va!
bellissimo; sto pensando se portarci le due figlie grandi.
mi è piaciuto tantissimo Albanese che insegna al piccolo a 'tirar fuori' le storie dalla realtà circostante.
(e voglio venirci anch'io al cinema con voi, non è giusto!)
@vale: che meraviglia, un cinema tutte insieme!! (in gemellaggio con torino, certo ;-)
@Maq: questa mattina mi sono svegliata pensando a quella scena, a quanto la narrazione sa "guardare" la realtà, trasformarla senza per questo renderla meno vera... bellissimo film, davvero
oooooo spererei di vederlo anch'io.
anche a me nessuno mi porta al cinema :-(
Avevo perso questo post ma non ho perso il film. E' bellissimo, delicato. E' proprio uno di quelli da vedere.
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