giovedì 8 marzo 2012

Me and Mrs. Banks (8 marzo Reloaded)



Veri soldati in gonnella siam.
Del voto alle donne gli alfieri siam.
Ci piace l'uomo preso a tu per tu,
ma al governo lo troviamo alquanto scemo.

Lacci e catene noi spezzerem
e tutte unite combatterem.
Noi siam le forze del lavoro
e cantiamo tutte in coro:
Marciam! Suffragette, a noi!

Non puoi arrestarci o maschio
son finiti i tempi tuoi.
E' un solo grido unanime: Femmine, a noi!
Ben presto anche in politica seguire ci dovrai,
se il voto ancor ci neghi,
per te saranno guai!
Siam pronte al peggio,
anche a morire ormai.
Chi per il voto muor, vissuto è assai.
Femmine, a noi!

Ah! Lacci e catene noi spezzerem
se tutte unite combatterem.
Noi siam le forze del lavoro
e cantiamo tutte in coro:
Marciam! Marciam! Marciam!
Suffragette, a noi!

Non posso fare a meno di pensare, quando vedo questa scena, che Mrs. Banks aveva una tata fissa e due domestiche che si occupavano di casa e figli mentre lei era altrove, a fare la suffragetta. E che alle sue tate, certe idee non passavano neanche per l'anticamera del cervello.

Mi chiedo sempre se sia un privilegio poter combattere per i diritti, propri ed eventualmente altrui (e qui apro parentesi sul neo-femminismo di ritorno di alcune donne che lavorano e che combattono affinché altre donne possano stare a casa a curare i propri figli, che ci vedo qualcosa di perverso in tutto ciò), e quando vedo questa scena non so mai darmi una risposta.

3 commenti:

M di MS ha detto...

Io quest'anno il post sull'otto marzo non riesco a scriverlo.

supermambanana ha detto...

una curiosita' e' che nei libri della Travers, la signora Banks non era una suffragetta. La caricatura e' una invenzione della Disney. Uno si chiede perche', e perche' in questo modo satirico. Chissa'.

Comunque, tanto per puntini sulle i, se fosse stata una suffragetta, anche ad aver avuto la tata a casa, e' probabile che nel Black Friday 1910 sarebbe stata arrestata, morta, picchiata, le sarebbero stati torturati i seni, o spezzate le ossa. No, tanto per dire, che non era una questione di tazza di te. E, mutatis mutandis, anche quelle che combattono ora per i loro diritti, spesso, rischiano. Non necessariamente nel fisico, ma sicuramente nello spirito.

Scusa l'intervento un po' sobrio, ma percepisco molto di piu' l'otto marzo da quando vivo qui in UK, da quando ho smesso di ricevere mimose, o auguri (!) e ho iniziato ad approfondire la storia delle donne coraggiose che iniziarono tutto questo.

lorenza ha detto...

@M di Ms: ?

@supermambanana: il film è del 1964, a me non sembra una data banale e secondo me è per quello che si sono inventati una signora Banks suffragetta, prima del "diluvio", quando si pensava (appunto) che quello che sarebbe accaduto sarebbe stato roba da tè delle cinque.
Avendo una prospettiva diversa (su quello che sarebbe accaduto, non su quello che era accaduto, come è la tua prospettiva), io trovo questa scena ironica, più che satirica, e di certo le parole della canzone (almeno nella traduzione italiana) possono essere prese terribilmente sul serio.

Mi sembra anche interessante il passaggio di prospettiva, dall'avere una tata per andare a bersi il tè all'avere una tata per andare a "lavorare", per occupare un posto pubblico.

Quello che in Italia succede oggi è un circolo vizioso verso il basso: stipendi talmente bassi che per una madre con figli piccoli diventa anti-economico andare a lavorare, necessità di lavorare, messa in questione dei diritti. Per questo ultimamente, quando vedo questa scena, mi faccio questa domanda.

Anche io ieri per radio sentivo messaggi di tanti expat che dicevano proprio quello che dici tu, sull'8 marzo, e mi fa molto pensare.

Grazie per il commento, mi sa che andrò a rileggermi qualche libro sulle sufraggette. :)