L'ho già detto, i bimbi sono al mare con la nonna e l'ingegnere è latitante (in ufficio, presumibilmente, ma ogni tanto sparisce anche da lì. Mah). Li ho eliminati tutti, praticamente.
Per cui, sto sperimentando una dimensione diversa.
Ossia. La mia giornata non finisce più alle 15.30, quando inizia, nella migliore delle ipotesi: giro-asili, bimbi affamati e incontenibili, merenda, giochi, cena, barbapapà, libri, nanna (per non parlare del post-post giornata, quando mi metto davanti al PC a finire qualche lavoro). Ipotesi peggiori (in ordine di peggio crescente): piscina, festa di bimbi, giochi parco.
No. Adesso mi metto al PC incredibilmente presto, cazzeggio, riscopro un mondo, lavoro-lavoro-cazzeggio-lavoro, (certo, mangio, faccio la lavatrice, faccio la spesa, cose così, insomma) e poi alzo gli occhi e che ne so, sono le cinque, le sei... Il vuoto. Silenzio (o quasi, visto che da ieri mi martellano in testa - lavori di ristrutturazione nell'appartamento di fianco).
Un vuoto bello, che so già come riempire (ahimé). Ma un vuoto strano, una sensazione di spazio dilatato, di silenzio, di tempo per me (che ne so, per mettermi lo smalto).
Meraviglioso e terribile al tempo stesso. Mi scrive la mia Donna Moderna: "Ho lasciato Filippo dai nonni e oggi sono in para totale. Lacrime in tasca come niente... Se non fossi a dieta mi sarei mangiata una vaschetta di Haagen-dasz".
Certo, mi mancano. Ma vuoi mettere, per 3 settimane all'anno... (anzi, se contiamo le serate sono in totale 12, il venerdì è già consacrato a raggiungere i nani il prima possibile!!). Stasera aperitivo con la simo (tanto l'ingegnere latita).
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