lunedì 25 maggio 2009

Il mio amico V, gli Anni Ottanta e la generazione che verrà


Il cellulare squilla mentre sto arraffando la borsa e uscendo di casa per andare a prendere la piccoletta all’asilo. Rispondo senza guardare il display.

“Pronto?”
“Ciao!!”
“Ciao... ?.... “
“Sono V.! Non mi hai riconosciuto?!?”
“V. Ciaoooooooo, no scusa, non ho visto chi era. Ciao!!! Che bello sentirti, come stai?!?!”
Chiudo la porta, scendo le scale.

Il mio amico V.
Il mio amico V. ed io abitavamo vicini, quando stavo a casa mia. A casa dei miei genitori.
Ci divertivamo un sacco. L’ultima vacanza che abbiamo fatto tutti quanti insieme, in Calabria, il mio amico V. se la ricorda ancora. E io, quando ci penso, rido.
Il mio amico V. mi ha sempre guardato con lo sguardo di uno che ti capisce (o che non ti capisce, a volte), senza troppe parole.
Il mio amico V. a un certo punto si è innamorato sul serio.
Di una donna forte e allegra, decisa e romantica.
Lo scorso anno si sono sposati.
E ora mi sta dicendo che aspettano un bambino. E' emozionato e non faccio fatica ad immaginarmi la sua espressione.

Il mio amico V. forse non ha idea di quanto sia contenta, e di quanto gli sia grata per avermi chiamato per dirmelo, che queste sono le attenzioni che fanno grandi gli amici, anche quando non li vedi mai, o quasi.

Mentre pedalo, gli chiedo come va il lavoro.
Il mio amico V. è imprenditore, come suo padre ma non con suo padre.
Che fa una certa differenza.
L’ho pensato molto, in questi mesi.
Mi racconta un po’, e poi se ne esce con questa frase, come un fulmine a ciel sereno.
"Mi chiedo se riusciremo a fare per i nostri figli quello che i nostri genitori hanno fatto per noi negli Anni Ottanta, se riusciremo a dargli quello che abbiamo avuto noi".

Gli racconto di una conversazione, avvenuta pochi giorni prima durante un tavolo di lavoro con alcune imprenditrici.
"... Non è mica più come negli Anni Ottanta, quando piantavi un chiodo e cresceva un albero", dice l’imprenditrice-nonna.
"Adesso pianti un albero, e cresce un chiodo", chiosa la giovane imprenditrice.

Mi chiedo se riusciremo a fare per i nostri figli quello che i nostri genitori hanno fatto per noi negli Anni Ottanta, se riusciremo a dargli quello che abbiamo avuto noi.

Non posso fare a meno di pensare con nostalgia prepotente a quando avevamo 20 anni, andavamo a ballare e tutto era semplice, anche se magari sembrava complicato. Ed ora eccoci qui, ad interrogarci sul futuro dei nostri figli, e a chiederci cosa riusciremo a dare alla generazione che verrà, noi, cresciuti in un’epoca di sorti magnifiche e progressive. Eccoci qui, a fare i conti con quello che le sorti magnifiche ci hanno lasciato, come eredità e come compito, e come una meta difficilmente raggiungibile.

Ed eccomi qui, a pensare che il mio amico V. sarà un padre eccezionale, in ogni caso.

In bocca al lupo, caro amico V. e cara E. Inizia un'avventura bellissima.

sabato 23 maggio 2009

... E la sventurata se ne andò



... E la sventurata, alle 13:30, se ne andò. Di corsa, pure.

E così non ha potuto pranzare con Chiara e Panz, non ha potuto chiacchierare come avrebbe voluto con Maq, non ha sentito la presentazione di M di MS, né tantomeno quella di Wonderland e di Giuliana, e Flavia senza voce che presentava The Talking Village, non ha potuto rifilare un cv a mammamarsupio e salutare Jolanda che, immagino, alla fine del pomeriggio si sarà finalmente rilassata: il MaM è stato un successo.

Ma mentre tutto questo accadeva, la sventurata era in una torrida palestra puzzolente, senza aver pranzato né bevuto, ad assistere alla festa della scuola del piccolo ingegnere, dove l'ingegnere ha dato sfoggio delle sue doti pallavolistiche nell'immancabile partita genitori vs. insegnanti. Gli insegnanti hanno vinto per 2 set a 0, il piccolo ingegnere ha menato il suo migliore amico, e la piccoletta, non si sa come, ha compiuto la sua opera di distruzione del casco da bici.


martedì 19 maggio 2009

Cane e Gatto: cane vs. gatto


Da oltre un anno la piccoletta chiede, desidera, vuole, un cane. Io ho sempre avuto cani (in una delle mie precedenti vite, quando abitavo fuori Milano in una casa con un giardino), e quindi la piccoletta sfonda una porta aperta.

E' l'ingegnere che ha pronunciato il suo drastico no, con la celebre frase:
"Piuttosto che un cane, faccio un altro figlio".
Il che non lascia adito a fraintendimenti.
Peraltro, l'ingegnere e i suoi genitori hanno avuto solo gatti.

Il piccolo ingegnere ha paura dei cani.
Ora, non posso concepire che MIO figlio abbia paura dei cani, anch'io ho i miei limiti.
E vuole un gatto.
Milanista e gattaro come sue padre, quando si dice il DNA.

Io, con i gatti, ho qualche problema di relazione.
Peraltro, avevo un gatto che mi ha abbandonato.

Il piccolo ingegnere ha fatto un corso di minibasket. E il maestro mi dice:
"... Palleggia e tira a canestro, quando gioca da solo"
?!?
"..."
"E' quando incontra gli avversari, il problema".

Nessuno mi toglierà dalla testa che avere un cane farebbe molto bene al piccolo ingegnere. Anche La Pediatra glielo disse, un giorno di tre anni fa: "Se la mamma non ti fa un'altra sorellina, ti prende un cane".

Questo trade-off cane/figlio è un tema sul quale riflettere, in effetti.

Tutte le mamme-con-cane che conosco mi dicono di non farlo.
Mamma-G. è stata molto esplicita: "IO ho UNA SOLA figlia e UN LAVORO part-time, ed è uno sbattimento lo stesso. Non farlo".
La Grande Nonna, che sa sempre come affondare il colpo, è stata lapidaria:
"Ma sei matta?!? Dove lo metti, che in questa casa già non ci state voi?!? E poi un cane costa un sacco di soldi!".

L'ingegnere obietta che non potremmo più andare al mare a fare i weekend (weekend totalizzati al mare nel mese di maggio: 0).
E poi dove lo mettiamo, quando andiamo via?
Tanto non andiamo lo stesso da nessuna parte.
Io gli dico che se avesse un cane, se ne innamorerebbe alla follia.
Lui mi risponde: "Ecco, appunto, già che non sono coinvolto, in questo momento posso dirti di no".
Ogni tanto, la sera, verso le 11, spaparanzati sul divano, ci guardiamo e ci diciamo: "Porti tu giù il cane?".
L'ingegnere ha messo due icone nuove sul PC: il gatto per lui, il cane per me.
A la guerre comme à la guerre, diceva qualcuno.

Intanto, la piccoletta sta tramando alle nostre spalle: pensa di barattare l'abbandono del ciuccio, al compimento del suo quarto compleanno, con questo sospirato cane. O gatto.
La piccoletta dice che da grande farà la dottoressa degli animali, o dei bambini. Lei sarebbe felice con qualsiasi animale a quattro zampe per casa, in definitiva.

Dal canto mio, ho deciso di mettere una scadenza a questa lunga e penosa riflessione: a settembre, al ritorno dalle vacanze, si decide. Se il cane, il gatto, o niente.

venerdì 15 maggio 2009

Non-Scoop: scoperta la verità sull'aumento delle tariffe della Milano Ristorazione


Per scrivere questo post ho dovuto documentarmi, perché non ero ben al corrente dei termini della questione. E quando mi sono documentata, mi è venuta una sincope.
Ma andiamo con ordine.

A Dicembre 2008 si delibera l'aumento delle tariffe della Milano Ristorazione.
I genitori ne vengono informati tempestivamente: ad Aprile 2009, con la distribuzione dei moduli per l'iscrizione alla Refezione Scolastica (i moduli della sottoscritta riposano ancora dentro le loro buste, devo farmi coraggio e affrontare il lato oscuro della burocrazia, prima che sia troppo tardi).

Ieri mi è arrivata una mail dalle mamme della Commissione Mensa (commissione fantasma alla quale mi sono iscritta a settembre, senza mai capire come funzionasse), con la notizia che è online una petizione per abrogare questi aumenti.

Sono andata a spulciare un po', perché mamma A. mi aveva detto che gli aumenti le sembravano un po' esagerati. Ed è stato a questo punto che mi è venuta la sincope di cui sopra.

Secondo quanto riportato anche da Repubblica e dal Corriere, aumenterà il numero di famiglie che gode della completa esenzione. Tutte le famiglie che godono di redditi superiori ai (udite udite) 31mila euro lordi annui (calcolate due stipendi e ditemi un po'), cioè circa il 60% del totale di coloro che usufruiscono del servizio mensa nella scuole pubbliche (secondo quanto riportato da Milano per i bambini), vedranno aumentare esponenzialmente i costi per i pranzi dei pargoli. Nella fascia di reddito massimo (dai 65eunpo'milaeuro lordi annui, corrispondente a 27eunpo'milaeuro ISEE), alla scuola materna prima si pagavano 46o euro all'anno, ora se ne pagheranno 680 (non ho capito in quante mensilità, sul modulo della Refezione non è indicato, da qualche parte ho letto anche che volevano fare pagarae obbligatoriamente 11 mensilità, cioè anche il mese di luglio, anche se i bimbi non frequentano la scuola estiva).

Chi non consegna l'ISEE compilato viene automaticamente inserito nella fascia dei più abbienti. Peccato che abbiano consegnato i moduli il 20 Aprile, con scadenza per la consegna il 30 Aprile. Dopo una serie di proteste, dato che avere un ISEE in 10 giorni, da queste parti, è pura utopia, hanno spostato la scadenza al 31 Maggio.

Dal secondo figlio in poi si paga solo il 50%. Paga tariffa piena il figlio minore.

Le motivazioni di questi aumenti? Quelle ufficiali, al solito, sono nebulose (non ho trovato dichiarazioni ufficiali, se qualcuno me le indica gliene sarei grata!), ma comunque credo risiedano nell'aiutare i più disagiati e le famiglie con più figli.

Arriviamo così al non-scoop.
Ieri parlavo di queste cose con una mamma.
"Sai, la rappresentante di classe di C. si è informata, sulle motivazioni di questo aumento delle tariffe", mi dice con sguardo complottista, di sottecchi e abbassando la voce.
"Ah sì?" faccio io "E cosa ha scoperto?"
"Che un sacco di gente non ha mai pagato la mensa, la Milano Ristorazione ha un buco di gestione pazzesco (mi chiedo cosa, appartenente al Comune di Milano, non sia sull'orlo della bancarotta), e allora hanno pensato di aumentare le tariffe. Hai capito? Invece di andare a cercare chi non paga, tirano mazzate a quelli che pagano".

Il ricordo va ad una lettera minatoria che ricevemmo due anni fa, nella quale si affermava che, se nostro figlio fosse risultato inadempiente nel pagamento delle rette della mensa, non avrebbe potuto effettuare l'iscrizione all'anno scolastico successivo.

L'epilogo sul sistema corrotto e un po' kafkiano, che continua a premiare l'evasore e il furfante, è d'obbligo. Anche alle 17:55 di un nuvoloso pomeriggio meneghino, nel cortile della scuola, mentre aspetto che il piccolo ingegnere esca dalla lezione di basket.

martedì 12 maggio 2009

Bimbimbici (post postumo)


Domenica 10 Maggio 2009.
Milano, Corso Matteotti, ore 9:30. Andiamo a Bimbimbici, i bimbi potranno, per qualche ora, pedalare per strada senza macchine. Una cosa mai vista.



Intro: sistemi educativi a confronto, anche qui
Al banco per l'iscrizione. Arriva una vecchia (vecchina sarebbe stato più delicato, ma la stazza da pugile non giustifica purtroppo un simile appellativo) a chiedere l'elemosina, in modo molto insistente. Le Dame Organizzatrici si innervosiscono, ma non hanno il coraggio di mandarla via in modo sgarbato.
Io, ormai, ho dei riflessi condizionati. Per cui inizio a contrattare:
"Signora, io le do le monetine, però poi mi promette che se ne va, eh? Lo vede che mette in imbarazzo le Dame Organizzatrici".
Mi sto comportando come se avessi davanti un bambino, anche il tono è quello accondiscendente di chi cerca di convicere. Le dò le monetine e, esattamente come succede con i miei figli, non ottengo un bel nulla. La vecchia passa un po' oltre, continua con la questua e incrocia un'altra mamma, la quale ha evidentemente interiorizzato un metodo educativo-comportamentale completamente diverso:
"No, non gliele do le monetine, signora, lei NON SI RENDE CONTO di quello che noi stiamo facendo oggi, STIAMO FACENDO UNA COSA IMPORTANTE, IMPORTANTISSIMA, UNA COSA PER TUTTI I BAMBINI DEL MONDO!!!!"
La vecchia sgattaiola via, ed io con lei. Mi rimane solo l'ormai incrollabile certezza che, ad essere megalomani, in questo Paese, si ottiene sempre qualcosa. E che devo cambiare il mio metodo educativo, a beneficio del mio portafoglio e della mia autostima.

Svolgimento: tra disincanto e rivoluzione
Non siamo pochi, non siamo tanti (Beh certo sai, se organizzi in un weekend di maggio, sai che poi la gente va via per il weekend). Partiamo con qualche minuto di ritardo, a causa della Avon Running, che si corre lo stesso giorno. Essendo Milano un paesello di tre strade, ovviamente le due manifestazioni si incrociano in Piazza San Babila, esattamente nello stesso momento. Così iniziamo uno stop and go di mezz'ora: passiamo noi, si fermano le maratonete, passano loro e ci fermiamo noi. Giusto per "scaldare i motori", penso io, poi si andrà. E invece no. Fino a Porta Venezia, passando per i vialoni, si va a singhiozzo. Il piccolo ingegnere è contento ma un po' frastornato, la piccoletta con il ciuccio in bocca si gode la scarrozzata.
Mentre andiamo, li sento.
PEEEEEEEEEEE PEEEEEEEE PEEEEEEEEE
Sono i clacson delle macchine ferme, bloccate dal passaggio della manifestazione.
Mai un suono ha provocato in me contemporaneamente così tanta tristezza, e così tanta rabbia.
Tristezza per un popolo di arricchiti che con la macchina deve sempre e comunque arrivare fin sotto alla Madonnina. Fa niente se ha il culo grosso e poi muore di cancro.
Tanto poi sono i bimbi che hanno la bronchite cronica, mica loro, che vanno a svernare alle Seychelles.
Rabbia per la violenza, per l'insofferenza, per la presunzione, per l'ignoranza, per la fretta anche di domenica mattina.
Tanto lo so che loro pensano che chi va in bicicletta è solo un presuntuoso da tirare sotto come si fa con i birilli.
Mentre finalmente riusciamo a pedalare per 600 metri di fila, non posso fare a meno di pensare a Critical Mass. A Milano era (è? Mah!) il giovedì, la sera del raduno e dello scorazzo in bicicletta. Prima ancora che nascesse il piccolo ingegnere, volevo scrivere un articolo su di loro e, dato che nessuno poteva parlare per tutti, ero stata inserita nella loro mailing list. Da osservatore esterno e silenzioso, mi erano piaciuti un sacco: perché uno, a portare avanti una battaglia sociale, si deve anche divertire, e loro si divertivano (si divertono? Penso di sì). Poi però non ho scritto nessun articolo, e una sera, tempo dopo, li abbiamo incrociati (noi eravamo in macchina, per dire). Insomma, oggi mi sento un po' mamma-critical mass.

Conclusione: ... Ma neanche questo? Mi raccontavano che l'organizzazione della Maratona fosse stata "abbastanza pessima", con tanto di maratoneta professionista che rischiava di essere messo sotto da un tram meneghino. L'organizzazione di Bimbimbici non è stata migliore, e non credo affatto per colpa degli organizzatori, pochi ed encomiabili. Andare a Bimbimbici mi ha fatto rendere conto di due cose.
Primo: che il Comune di Milano non è in grado di gestire due manifestazioni contemporaneamente, chiudendo il centro alle macchine e dirottando il traffico. E mi sembra che la cosa si commenti da sola.
Secondo (punto in cui mi contraddico da sola, al solito): è vero, il tessuto sociale di questa città è sfilacciato, siamo alla guerra dei SUV. Banalità, frase ad effetto che si ripete da ormai non sappiamo più quanti anni. Ma quando lo tocchi con mano, e ci vivi dentro, è tutta un'altra cosa. Ma poi ti guardi intorno e vedi i bimbi in bici, e come fai a non pensare che invece no, che invece c'è una possibilità e una voglia di condividere?!?

Comunque. Vorrei finire in bellezza, così da non dare ragione ad una mia vecchia amica, la quale mi diceva che mi piacciono solo i film che finiscono male. Per cui ecco due notizie a corollario, inviatemi dall'ingegnere lunedì mattina, con il suo sorrisetto ironico. Il subject della mail era: per il post sulla bici.

Paura al Parco Sempione, crolla un albero (esattamente nel punto in cui è arrivata la manifestazione)
Il mezzo più pericoloso? La bicicletta (no comment, la custodia dei miei figli mi sarà tolta prestissimo).

giovedì 7 maggio 2009

Vicky Cristina Barcelona (post di una mamma che vede i film in DVD)

Lei è Vicky. Va a Barcellona per completare il suo Master in cultura catalana. A New York la aspetta il suo fidanzato, Mark, con il quale si sposerà presto.





Lei e Cristina. Accompagna la sua amica Vicky a Barcellona. Ha avuto tanti amori, ma nessuno l'ha mai soddisfatta. Ha tante aspirazioni, ma nessuna in particolare.





Lui è Juan Antonio, fa il pittore. Chiede a Vicky e a Cristina di andare con lui a passare il weekend ad Oviedo. Mentre visitano la città, racconta loro della sua tormentata storia di amore con la ex moglie, Maria Helena (Penelope Cruz), che non può dimenticare.





Un film intrigante su ragione e sentimento, sulla passione, sull'amore e sul matrimonio. Può una passione durare? E può un matrimonio salvare se stesso dal suo ineluttabile fallimento, iscritto nel suo stesso DNA, in fondo? Esistono persone in grado di rinunciare a tutto, per seguire un sentimento? E se sì, fino a che punto?

Woody Allen, ancora una volta, incanta e disarma. E poi, questa canzone è una favola.



martedì 5 maggio 2009

Piccoli milanesi crescono


Il martedì, piccolo ingegnere esce alle 13. Se Giove Pluvio lo consente, andiamo a prendere la piccoletta all'uscita delle 16 in bicicletta: caschetto blu in testa, bicilettina blu, il piccolo ingegnere arranca sui marciapiedi della città, mentre la mamma impartisce ordini sconnessi tipo: "Pedala!", "Frena!" "Attenzione al signore!" "Scendi (dal marciapiede) con i freni tirati!" "Metti le mani sui freni!" "Dai, veloce!". Il tutto, in 500 metri scarsi di tragitto.

Oggi, mentre trotterellava con la sua bici sul marciapiede davanti alla scuola materna della piccoletta, il piccolo ingegnere ha incontrato la sua compagna B., a passeggio con la tata.
"Ciao B.!"
"Ciao! Anch'io sabato ho tolto le rotelle alla bicicletta!", fa lei.
"Io le ho tolte l'anno scorso!", si vanta lui a muso in su. B. gli dà almeno 5 centimetri.
"Io traballo ancora un po'..."
"Io no" .
"Beh, adesso faccio agiliti così poi vado anch'io veloce" .

Lo ha detto. Lo ha detto sul serio.
Una bambina di 6 anni che FA AGILITY.
E che parla il milanenglish.


Il piccolo ingegnere, dall'alto del suo quarto di sangue tosco-emiliano, la snobba e prosegue a bordo del suo potente mezzo con un semplice "Ciao". Lui, dell'agility, se ne infischia.