giovedì 28 agosto 2008

L'estate e i bimbi (post sconclusionato)

Da cinque anni a questa parte arriva un momento in cui arrivo ad odiare l'estate. E Milano. L'estate a Milano, con due bimbi piccoli.

Anche quest'anno:
30 gradi,
bimbi a casa,
io a casa che devo lavorare,
Kashmere (la ragazza che cura i bimbi e la casa, ndr) a casa (sua) pure lei,
Grande Nonna con il mal di schiena,
Rifugiati Liguri (i nonni paterni che prima svernano e poi passano l'estate in Liguria, ndr) in Liguria (appunto).

Anche quest'anno è arrivato il momento del grande odio.

Insieme al desiderio che anche quest'anno l'estate finisca presto e si porti via caldo, zanzare, bimbi a casa, strade deserte, mamme angosciate che non sanno che cavolo fare, bimbi chiusi in casa perché fa troppo caldo e non c'è davvero un posto dove stare. Che l'autunno ci riporti scuole, piscina, cene alle sette e mezza, nanna alle nove. Ci porterà anche scioperi, menate scolastiche, febbre, inquinamento alle stelle, una nuova logistica per gli spostamenti da inventare. Ma almeno avremo delle certezze. E non la necessità di dover spedire i bimbi al mare, anche quando non ne hanno voglia.

Me: Andate al mare con i nonni, tre giorni soli poi arriva anche mamma?
Piccolo ingegnere: No.

Alla quinta volta.

Me: Andate al mare con i nonni?
Piccolo ingegnere: No.
Me: Perché?
Piccolo ing: Perché siamo senza mamma e papà.
Me: Ma c'è qualche altra ragione?
(domanda trabocchetto, dato che io e l'ingegnere supponiamo chiare preferenze dei Rifugiati Liguri per la petite, prima femmina dopo due figli e due nipoti maschi, cosa che crea alla sottoscritta non pochi problemi a lasciare il piccolo ingegnere, un intelligentissimo sensibilone, dai nonni)
Piccolo ing: No.
...
Piccolo ing: Non ne ho voglia, ma vado al mare.

martedì 26 agosto 2008

So far...

Vabbe', insomma. A Milano fa ancora caldo, anche se l'ingegnere sostiene che no, non è vero, ho le scalmane anche se non ho l'età.

Oggi ci siamo rifugiati dalla Grande Nonna (alias mia madre) con i bimbi, io che devo scrivere 6 pezzulli, sono quasi le 3 e ne ho scritto mezzo. Ho dato una lettura veloce dei titoli di corriere.it e, come al solito, mi è venuto il magone. Ormai sono più di 6 mesi che non riesco a leggere un quotidiano senza farmi venire il mal di pancia. L'unica notizia decente è che Conchita De Gregorio è diventata direttore de L'Unità, probabilmente è una notizia vecchissima ma dato che noi ce ne andavamo su e giù per le colline della Borgogna...

Per il resto, posso solo dire che l'ingegnere ieri ha realizzato che "Ma scusa, la marisa (la nostra portinaia, ndr) fa più ferie di noi?!?". Sì caro, quattro settimane tonde tonde con tanto di sostituta. Alla faccia mia e dei cinque pezzulli e mezzo che ancora devo fare, e che a Milano fa ancora caldo. E che sono le 3 e 10.

lunedì 25 agosto 2008

Ritorno a casa

Questo ritorno a casa è stato come quando ti svegli ancora sbronzo dopo una festa alla quale non volevi neanche andare, perché volevi andare al cinema. Non so se mi spiego.

Teresa, non farlo! Guarda che sono serio... Sono serio come Dio!
Il piccolo ingegnere tenta disperatamente di salvare i suoi giochi dalle manine distruttrici della sorella.

domenica 17 agosto 2008

Passaggio a Milano

Trentasei (36) ore a Milano, sei (6) lavatrici, due (2) ore di stiro, svuotamento di sei (6) borse da viaggio e riempimento di altre tre (3).

La solita metropoli deserta e un po' inquietante.

Domani partiamo per il nostro esperimento: sette (7) giorni in camper, destinazione Borgogna.
Stay tuned.

P.S. Grazie al mio piccolo ingegnere, che lo ha scelto, e grazie al mio ingegnere grande, che lo ha pagato, ho ricevuto un meraviglioso pendant per il mio onomastico. Non resisto alla voglia di metterlo sul blog.

venerdì 15 agosto 2008

Ferragosto08

Eccolo, è arrivato.
Il primo messaggio di auguri di Ferragosto, la festa più triste che ci sia. Per me Ferragosto significa: attenzione l'estate sta finendo (e un anno se ne va, son diventato grande, lo sai che non mi va oh-oh-oh). Le giornate iniziano ad accorciarsi, e a me viene la malinconia. Solo un attimo, per la verità, perché poi c'è settembre che obbliga a ricominciare. Con la fatica e l'ennesima speranza, quantomeno che le cose siano un po' più facili, un po' più piane (dubito già).

Oggi poi, piove a catinelle, il diluvio anniversario, come dice il piccolo ingegnere, ormai prendendo in giro se stesso.

Teresa incalza, è tempo che possa impiastrare il PC e possa usare il suo Mago (il Magic Desktop, che quando avrò finito gli ingressi nella versione demo mi toccherà pure comperare...)

martedì 12 agosto 2008

Briatore for President

Flavio Briatore è sempre più vicino ad una candidatura a presidente del Consiglio, o qualcosa del genere. Ormai ne sono certa, da come lo trattano certe autorevoli testate de' noantri.

Qualche giorno fa leggo distrattamente sul Corriere della Sera:
E i bagnanti contestano Briatore: via dalla baia.
Gavettoni contro i gommoni diretti al nuovo «Billionaire Rubacuori». L’imprenditore infuriato: qui chiudo tutto.


Boh, vabbe’, penso io.

Ieri sera mio fratello abbozza: Già che avete internet, cercate del mio amico Giovanni che è stato protagonista di una rissa su una spiaggia vicino a Porto Cervo.

(segue breve spiegazione)

Ah ma che hanno tirato i gavettoni a Briatore? L’ho letto sul Corriere, ma non ho capito perché, dico io.

Allora, ci racconta: che tale spiaggia Capriccioli è una delle spiagge più belle della Costa Smeralda ed è raggiungibile via terra, per cui è sempre piena di gente più o meno normale, con un numero più o meno normale di bambini al seguito. Che Briatore ha rilevato il piccolo chiosco e ne ha tirato su un locale, e un bel pomeriggio è arrivato con tutta la sua compagnia. Su gommoni che andavano velocissimi. In mezzo a grandi e piccini che stavano facendo il bagno. La gente si è incazzata e ha iniziato a prenderli a gavettoni. Questi hanno chiamato la polizia, i carabinieri o nonsoche per riuscire a sbarcare.

Sono andata a ripescare l’articolo del Corriere. A parte il titolo, che potrebbe anche essere: I Sette Nani si rifiutano di dare ospitalità a Biancaneve, o qualcosa del genere, ecco alcuni stralci non falsamente e tendenziosamente stralciati:

Appena inaugurato il Billionaire Rubacuori, (…) è già bersaglio di contestazioni: un centinaio di persone sulla spiaggia di Capriccioli ha protestato per lo sbarco di tre gommoni che portavano a terra Briatore, Elisabetta Gregoraci e alcune decine di vip. (…) I gommoni disturbavano i bagnanti, fra i quali molti bambini.

DISTURBAVANO I BAGNANTI?!? O stavano per mozzargli il capo?!? Raccontata così, sembra la storia dei soliti facinorosi che se la prendono con quelli più fortunati di loro.

Urla, improperi, battibecchi (…) Capriccioli è sempre stata una spiaggia per famiglie, ieri erano più di mille a fare il bagno: «Non possono venire fino a riva con i gommoni, è pericoloso» ha protestato una signora romana. (…)

No, non è pericoloso. È VIETATO PER LEGGE!!

Più tardi è riapparso Briatore: «Ma come – ha obiettato – noi siamo così carini e poi veniamo ricompensati così. Qui chiudo tutto. Pago le tasse, è un mio diritto». Dal Billionaire nessun commento (…).

Qui si chiude l’articolo, con queste immortali parole di Briatore che meritano una standing ovation e un momento di meditazione. Intanto loro sono “carini” – che bell’aggettivo!! Carini, cosa? Carini perché sono belli, carini perché sono gentili con il popolo, carini perché??

E poi, notate la finezza del ragionamento, quasi un sillogismo. “Pago le tasse, è un mio diritto”.
Dunque:
- le mille persone che stavano sulla spiaggia non pagano le tasse
- io pago le tasse e sono un cittadino onesto (infatti ho residenza a Londra, ndr) e quindi sono meglio dei suddetti mille che, ovviamente, non pagano le tasse
- io pago più tasse di tutti quei mille messi insieme
Quindi…
- è un mio diritto fare quello che mi pare
- è un mio diritto non rispettare le regole
- è un mio diritto essere maleducato (sebbene io sia carino).

Per chiudere con una minaccia, quasi una maledizione divina: “Qui chiudo tutto”. Oltre che la stazza, il nostro Briatore ha anche la finezza del retore latino.

Ragazzi, che uomo.

sabato 9 agosto 2008

Sguardi di mamme

Siamo in vacanza, in montagna, sulle Dolomiti.
Crescono, i piccoli. Quest’anno, riusciamo anche a fare qualche bella gita e quindi, l’altro ieri, gita a un lago di montagna.
Adoro i laghi di montagna, perché sono maestosi come le montagne che li circondano e pacifici come uno specchio d’acqua quieto. Sul lago Nambino, poi, c’è un bel rifugio, vecchio di quasi un secolo e allo stesso tempo appena rimesso a posto, con una meravigliosa terrazza affacciata direttamente sul lago.
Qui ho incontrato “l’altra mamma”.
Davanti a me, in fila al bancone del bar. Una bella donna, un po’ più alta di me, la carnagione scura, capelli castani corti, occhiali da vista con una montatura quasi trasparente. Shorts e scarponi da montagna, una bella camicia a quadretti verdi su un top bioanco. Rolex d’ordinanza per le signore raffinate di Milano.
Prende due cremini e teresa, in braccio, inizia ad agitarsi dicendo che anche lei vuole il cremino. Faccio la mia complicatissima ordinazione (un caffè, un cappuccio, un’acqua e menta con acqua naturale non fredda senza ghiaccio, Teresa allora cosa vuoi? Un cremino… Può farmi portare tutto al tavolo?) ed esco.
“L’altra mamma” e la sua famiglia, marito e due maschietti (che, a un veloce sguardo mammesco, direi di 7 e 4 anni), sono seduti dietro di noi. Mi guardo intorno, chiacchieriamo, a un certo punto mi alzo per andare a fare l’ennesima micro-ordinazione al bar e mi accorgo che “l’altra mamma” sta allattando un bimbo che avrà si è no due mesi, spuntato fuori da chissà dove. Tre maschi, in tutto.
Sento che, mentre allatta, chiacchiera con suo marito, e hanno l’aria di divertirsi. Quante altre mamme, me compresa, mi chiedo, sarebbero a questo punto a chiacchierare a 1768 metri con il marito che doveva andare a ritirare il Folletto e il Bimbi?
“Mammmaaaaaaa, mi scappa la caccaaaaaaa” strilla a un certo punto teresa
“Shhhhhh tere!!... Davvero?”
“Sì”
Mi alzo e la prendo per mano, “Andiamo, signorina”
Mi avvio verso il bagno, e teresa rimane indietro, sta guardando non so cosa. Mi giro per prenderle la mano, mentre arriva, e il mio sguardo si incrocia con quello de “l’altra mamma”. Ci guardiamo per un attimo, e lei sembra guardarmi con rimpianto, per quella bimba che mai sicuramente avrà. Anch’io la guardo con rimpianto, per quel terzo figlio che mai, quasi sicuramente, avrò. Ci scambiamo un sorriso.